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Covid. Un metodo alternativo per stabilire i livelli di rischio regionali

di A.C.Polozzo, M.Chiumente, D.Mengato

07 DIC - Gentile Direttore,
è noto che l’attribuzione del colore di rischio pandemico alle regioni è stato definito nel DPCM 30 aprile (Circolare della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria) e nel DPCM del 3/11, allegato 25. In estrema sintesi, attraverso l’adozione di un algoritmo con 21 indicatori, sono esplorate 3 dimensioni: 1- Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, 2- Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione 3- Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti.
 
Dei quattro colori inizialmente previsti (verde, giallo, arancione, rosso), il verde non è stato in seguito mai utilizzato. Senza entrare nel merito del funzionamento dell’algoritmo, si può affermare che alcuni l’hanno ritenuto troppo indaginoso e in qualche punto arbitrario poiché non sempre si avvale di dati numerici.
 
Inoltre, l’uso di un elevato numero di parametri porta ad una riduzione della capacità informativa e del peso del dato ai fini di una decisione (da alcuni statistici definita overfitting). Partendo da un’idea del dott. Andrea Messori, la Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia (SIFaCT) ha di recente affrontato il problema e vuole proporre un metodo già in uso in altri campi della medicina.
 
Attraverso una proposta sottoposta a circa 400 farmacisti iscritti a social network (PIFO), 34 hanno aderito a partecipare ad un gruppo chiuso Facebook e WhatsApp per una libera discussione sull’argomento; 14 hanno fornito il contributo finale. I risultati ottenuti sono stati pubblicati nell’Open Science Framework (pre-print server, non peer-reviewed, raggiungibile all’indirizzo https://osf.io/3hndw/) nelle more della proposizione ad una rivista peer-reviewed.
 
Si sono identificati: un metodo decisionale, i potenziali indicatori e i limiti da proporre. In discussione si è deciso che la scelta degli indicatori dovesse limitarsi ad una terna. Lo schema decisionale è stato scelto in analogia a quello proposto dalle società internazionali di oncologia (ESMO ed ASCO; vedasi bibliografia nel citato preprint) per assumere decisioni sulla base di indici di beneficio derivanti da studi clinici controllati. Per definire gli indicatori più utili per la scelta del rischio pandemico è stata eseguita una prima survey (google moduli) nel gruppo dei 34. Gli indicatori che avevano ricevuto più voti sono stati poi riproposti in una seconda survey nella quale si dovevano indicare i valori soglia che avrebbero determinato l’assegnazione dei 4 colori indicati dal primo DPCM. Dopo breve discussione si è deciso di riproporre un’ulteriore consultazione per ridurre a tre i colori (verde, giallo-arancione e rosso).
 
Il risultato finale è riportato nella seguente tabella:
 


Come si può evincere dalla tabella, l’indice-guida nell’attribuire inizialmente il colore è stato il valore di Rt (Indice di trasmissione), identificato nella Dimensione 2 al punto 3.2 delle tabelle del MinSal. In seguito alle scelte operate nella survey, il secondo posto è stato attribuito alla dimensione 1 al punto 1.1 (Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi / totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo) e il terzo, sempre nella dimensione 2, al punto 3.8 (Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti COVID-19).
 
Il secondo e terzo indicatore hanno lo scopo di riattribuire un colore, in senso peggiorativo (downgrade), rispetto a quello identificato inizialmente. Naturalmente i risultati ottenuti fanno riferimento ad una mediana nelle risposte e si è discusso a lungo se suggerire un indicatore per dimensione o se, come è avvenuto, lasciare che prevalesse il criterio di votazione.
 
Nella discussione si era anche suggerito di aggiungere un altro elemento di downgrading, ovvero la capacità di una regione di fornire in modo tempestivo e completo i dati richiesti. Si è infatti rilevato che la difficoltà di una regione a seguire i focolai e fornire la tracciatura dei pazienti richiesta centralmente ha guidato verso una scelta di “peggioramento” del colore.
 
Il presente contributo non ha ovviamente lo scopo di fornire elementi dirimenti rispetto ad un processo complesso di gestione della pandemia. Tuttavia, anche se il campione di consultazione non è significativo e coloro che hanno espresso il loro parere non sono sempre esperti in epidemiologia, il metodo, a nostro avviso è semplice, i dati facilmente rilevabili e non ambigui ed è comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Ogni ulteriore decisione o modifica potrebbe pertanto essere inquadrata come una scelta di opportunità economica, politica o sociale. L’aspetto principale connesso, secondo noi, a questa esperienza è il fatto di aver gestito il problema con un tipico percorso scientifico rendendo disponibile un report organizzato, come d’obbligo, in Introduzione, Materiale & Metodi, Risultati e Discussione.
 
Angelo C. Palozzo
Presidente Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia (SIFaCT)

 
Marco Chiumente
Coordinatore scientifico SIFaCT
 
Daniele Mengato
Segretario SIFaCT

07 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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