2019, l’anno del contratto
di Giovanni Leoni
23 DIC -
Gentile Direttore,
“Deludente seguito di 2001 Odissea nello spazio “, cosi fu definito il film di fantascienza “ 2010 l’anno del contatto “ quando uscì nel 1984, e le analogie non finiscono qui. Non servono i voli di Pindaro per collegare alla fiction questo nuovo contratto che i medici ospedalieri hanno atteso speranzosi per 10 anni, sottoscritto compreso. “E’ un buon compromesso” , “non si poteva ottenere di più”, “risolveremo con il prossimo”, etc …
No, non funziona così, non sono d’accordo assolutamente con i soggetti firmatari, come semplice medico ospedaliero tuttora in attività e come sindacalista .
Rimando all’articolo e condivido completamente le
considerazioni del Presidente CIMO-FESMED Guido Quici, compresa firma tecnica obbligata e disdetta successiva , mi permetto solo di aggiungere alcuni concetti che mi perseguitano nelle mie riflessioni su questo argomento, guardi Direttore è solo un problema di soglia di tolleranza personale alla presa in giro.
La parte economica a disposizione fin dall’inizio era completamente fuori linea con la perdita del potere economico della categoria, grazie anzi allo
studio FNOPI sull’argomento che ha inserito anche i medici oltre le altre categorie sanitari, e pazienza.
Esisteva, o forse esiste ancora, una corrente di pensiero che i medici italiani guadagnino troppo. Peccato che
i dati europei indichino che la categoria degli ospedalieri italiani sia ai più bassi livelli del continente ed i nostri ragazzi sempre più pensino all’estero. Vabbè.
Quello che proprio non riesco a digerire, e per mia fortuna non ho uno stomaco delicato, è come hanno trattato la categoria dei medici urgentisti di cui ho scelto di fare parte all’inizio di questa avventura professionale per libera scelta, e, forse posso dirlo adesso a 62 anni, per ingenuità.
Tutti coloro che hanno coscientemente deciso di dedicare la propria vita professionale all’urgenza - emergenza sono stati per l’ennesima volta dimenticati dai loro rappresentati: i sindacati.
La Reperibilità resta ferma a 30 anni fa come indennità , uno scandalo nazionale ed un record assoluto, probabilmente a livello mondiale, non me ne stupirei. Il valore dell’ora straordinaria in pratica anche , il valore delle guardie aggiuntive extra orario pure .
Ricordo che recentemente la Corte di Giustizia Europea ha sancito che in determinati casi, ovvero nei settori ad esempio in cui viene chiesto al dipendente di presentarsi al lavoro con la massima urgenza, tipo , che so …i chirurghi, i cardiologi interventisti, i radiologi etc, la reperibilità va considerata a tutti gli effetti come orario di servizio.
Nella normativa comunitaria (precisamente nell’articolo 1 del d.lgs. 66/2003) l’orario di lavoro viene definito come “qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”. Noi qui in Italia abbiamo sancito che la chiamata ed il lavoro straordinario “interrompe ma non sospende il riposo”.
Vorrei vedere chi ha firmato il contratto essere reperibile 10 notti di fila intervallate da 5 notti di guardia al mese - di norma - perchè così si apre la strada anche a fare reperibilità in più come d‘estate e in carenza cronica di personale.
Si può essere chiamati alle ore 22 rientrare a casa alle 24, per poi uscire alle ore 3 e rientrare alle . E poi si ricomincia a lavorare il giorno dopo come peraltro è previsto dalla normativa, visto che il recupero dello ore prestate ed il mancato riposo notturno sono stati definiti programmabili nei tre giorni successivi.
Li voglio vedere lavorare di giorno trascinandosi e poi essere ancora reperibili la notte successiva ed essere ancora chiamati , essere colpiti da una serie funesta, e nel nostro ambiente succede , ed implorare un cambio ai colleghi perchè ti consideri a rischio per la qualità del tuo lavoro per la notte successiva per i pazienti.
Credo che i soggetti firmatari di questo contratto siano molto, troppo lontani dalla realtà delle corsie ospedaliere italiane. Peccato era un buon momento per sbloccare situazioni ferme da anni che sono la grande motivazione dell ’ abbandono anzitempo di un ruolo ospedaliero , conquistato a suo tempo a fatica previo concorso , da chi in questo Servizio Sanitario Pubblico aveva sempre creduto .
Restano valide tutte le considerazioni di questo mio articolo del 2017,
La “grande ipocrisia” della reperibilità, ritengo che alcuni passaggi sul nuovo CCNL siano addirittura peggiorativi perchè mettono nero su bianco delle possibilità anche di attivare la reperibilità feriale pomeridiana lasciando poi alla trattativa regionale e aziendale il peso di attenuare i danni di ciò che non si e’ saputo o voluto risolvere a livello nazionale . Vivissimi complimenti .
Buone Feste e buon 2020 Direttore a lei ed suo staff, a tutti i colleghi, in particolare a quelli del turno di Natale , a quelli che fanno Capodanno e Befana (divisione classica) , a tutti coloro per cui le festività non sono viste come un periodo di pausa, ma solo un periodo di lavoro da distribuire senza risse tra colleghi di reparto e di dipartimento.
Questo è solo un aspetto negativo di questo nuovo “ contratto “ , ma per me è il peggiore perchè manca di rispetto alla parte più solidaristica della nostra professione, la parte della donazione volontaria del proprio riposo, di una vita “normale” .
Perchè, sia chiaro, dopo che hai già lavorato, per chi ha fatto questa scelta, appena timbrato il tesserino all’uscita, può non essere finita.
Dott. Giovanni Leoni
Segretario Regionale CIMO Veneto
23 dicembre 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore