Aggressioni. Anaao Giovani: “Urgente modifica dell’impianto legislativo nazionale a tutela degli operatori”
di Angelo Fioretti, Pierino Di Silverio e Maria Gabriella Coppola
10 DIC - Gentile direttore,
ancora un episodio e poi ancora un altro… le ennesime aggressioni nei confronti di un operatore sanitario che potremmo definire quotidiane e geograficamente trasversali. Stavolta le città colpite sono Crotone e la sempre più martoriata Napoli.
Una continua escalation di violenza; dalle “semplici” parole grosse oramai si passa direttamente ai fatti, utilizzando corpi contundenti (un cacciavite) nell’episodio calabrese o addirittura una pistola nel presidio pediatrico napoletano. In entrambi i casi, se non ci fosse stato l’intervento di persone del luogo, si sarebbero dovute delineare le notizie con connotati ben peggiori.
Da tempo i medici ed il personale sanitario di ospedali e strutture sanitarie sono soggetti ad una ondata di violenza fisica e verbale posta in atto da pazienti e/o familiari degli stessi. Questi accadimenti, indicatori del deterioramento del rapporto medico-paziente, nonché dello sfaldamento del sistema sociale, generano negli operatori sanitari incertezze e timori, esponendo gli stessi a notevoli rischi clinici.
Nonostante il legislatore stia valutando un DDL che inasprisce le pene per chi commette violenza ai danni del sanitario, la spirale di violenza ai danni degli operatori sanitari non sembra arrestarsi.
È questo purtroppo un chiaro segnale che non è sufficiente, seppure imprescindibile, punire duramente gli aggressori, modificare l’art. 357 del codice penale che attribuisce al medico in servizio lo status di pubblico ufficiale; occorre fare di più, occorre attuare misure drastiche ed immediate che agiscano prima che la violenza di perpetri, per evitare di ascoltare ancora di decessi dovuti a violenze sui medici e gli operatori sanitari.
E’ necessario prima di tutto agire sugli addetti alla sicurezza, attuando quelle modifiche legislative che permettano al personale degli Istituti di Vigilanza Privata- cui allo stato è demandata la sicurezza nel senso di custodia delle proprietà mobiliari o immobiliari (art. 133 e 134 del TULPS) di assumere nell’esercizio delle loro funzioni lo Status giuridico di Pubblico Ufficiale o di Agente di Polizia Giudiziaria.
Il riconoscimento degli Status giuridici testé citati alle Guardie Particolari Giurate permetterebbe agli stessi di poter operare con poteri maggiori ai fini di una più efficace vigilanza nelle strutture sanitarie dislocate sul territorio tesa a prevenire, limitare e/o reprimere le violenze contro i medici.
Va rilevato che allo stato le GPG prestano servizio nella stragrande maggioranza delle Strutture Sanitarie territoriali Italiane per cui riconoscere loro gli Status giuridici di Pubblico Ufficiale o di Agente di Polizia Giudiziaria è da considerarsi una soluzione strutturale (non transitoria) applicabile sul tutto il territorio nazionale e tesa a contrastare fattivamente, laddove fosse necessario, le violenze contro i medici.
In secondo luogo appare di assoluta necessità modificare ed implementare le infrastrutture ospedaliere, laddove necessario, con profonde modifiche tali da rendere i luoghi di cura sicuri non solo per i pazienti ma anche e soprattutto per gli operatori.
In tal senso non scriviamo niente di nuovo in quanto la legge 81/08 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro esplicita chiaramente che la responsabilità della salvaguardia e della tutela degli operatori è in carico ai datori di lavoro.
Ricordiamo peraltro che la circolare ministeriale n. 3 del 12 ottobre 2017 esplicita in termini ancor più chiari la necessità che il datore di lavoro metta in sicurezza tutti gli operatori, con ammende penali ed economiche importanti (regol. 33/2009).
In sintesi è in capo ai Direttori Generali la responsabilità della salvaguardia della scurezza degli operatori nei luoghi di lavoro. Sono dunque i Direttor Generali che devono prendere coscienza delle loro responsabilità ed attuare le modifiche necessarie affinché finalmente possiamo curare in Ospedali sicuri per gli operatori e per i cittadini.
Non saranno peraltro i mutamenti di codici dal colore al numero a ridurre le violenze ai danni dei sanitari e a ridurre i tempi di attesa nei presidi di emergenza-urgenza.
Siamo in uno stato di emergenza sociale grave quanto ingravescente. Il medico è diventato oggi il capro espiatorio dell’insoddisfazione dei cittadini rispetto ad un sistema di cure tanto iniquo quanto diseguale.
Non possiamo più attendere i tempi della politica.
Anaao Giovani chiede una celere modifica dell’impianto legislativo nazionale in materia di sicurezza privata a tutela di tutti gli Operatori Sanitari ed una presa d’atto delle responsabilità al fine di garantire l’erogazione di cure che in caso contrario sarebbe posta in seria discussione.
Angelo Fioretti, Responsabile Anaao Giovani Campania
Pierino Di Silverio, Responsabile Nazionale Anaao Giovani
Maria Gabriella Coppola, Responsabile Aziendale Settore Anaao Giovani ASL NA 1
10 dicembre 2018
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