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8 marzo. Come sempre, chi pensa alle donne Lgbt?

di Manlio Converti

06 MAR - Gentile direttore,
ad elezioni finite possiamo finalmente ragionare sulla totale assenza dei temi sanitari per le persone LGBT, oltre che del silenzio nel merito dei Diritti Sanitari per le donne lesbiche anche da parte delle colleghe, proprio adesso, che siamo all'otto marzo. Le lascio uno schema di AMIGAY sulle difficoltà delle varie donne LGBT in ambito sanitario e passo a considerare per qualche lettrice più attenta e sensibile solo le donne lesbiche.

Le Unioni Civili da due anni hanno posto il tema e obbligato a qualche soluzione, quanto meno per le coppie riconosciute attraverso questa legge, ma pende come una spada di Damocle perfino la perdita di questi medesimi diritti, data l'avanzata dei partiti più omofobi.

Le questioni nel merito tuttavia sono molte di più e i Diritti Sanitari delle Donne Lesbiche in Italia di fatto sono ancora negati, a partire dalla mancata depatologizzazione dell'omosessualità.

Stiamo parlando della totale assenza di raccolta dati anagrafica adeguata, al fine di realizzare ricerche scientifiche ed epidemiologiche, ma soprattutto della formazione del personale sanitario nel meritodel Sex Orienteering e della Medicina di Genere (LGBT).

Stiamo parlando anche della totale assenza di pubblicità sanitaria specifica, per cui le donne lesbiche neanche sanno quali sono i percorsi di prevenzione da seguire, oltre ad essere ampiamente disinicentivate a farsi curare anche quando ne hanno bisogno.

Ci sono problemi specifici su cui riflettere.

Occorrerebbe ripensare la legge 40 per garantire la riproduzione assistita in modo equo quanto meno alle coppie di donne lesbiche, così come i Pediatri e i Ginecologi dovrebbero saper affrontare senza reticenze né gaffes, la maternità e la genitorialità delle donne lesbiche.

Tutte le informazioni ulteriori, divise per fascia d'età, derivano purtroppo solo da studi internazionali.

Per le adolescenti la pubblicità sanitaria dovrebbe includere la necessità del vaccino HPV (che ancora non sappiamo se è stato effettivamente esteso a tutti i maschi in tutte le Regioni italiane), di sport e dieta, per ridurre l'obesità più rilevante e frequente, ma anche di educazione a stili di vita autoconservativi e accoglienti per evitare abuso di alcol, stupefacenti e tabagismo. Occorre sicuramente essere preparati per sostenere il Coming Out soprattutto presso i familiari e la scuola e aiutare con il Sex Orienteering le adolescenti Questioning, cioè in difficoltà e confuse sul proprio orietamento sessuale o identità di genere, per ridurre patologie ansioso-depressive, DCA ma soprattutto il rischio suicidario ed appunto l'abuso di sostanze, a copertura di una condizione grave di omofobia e vittimizzazione in famiglia o a scuola.

Da adulte le donne lesbiche occorre che siano accolte senza gaffes né reticenze per fare il PAP Test e la Mammografia, e che sia ricordato loro l'importanza del Vaccino per il Tetano e l'HAV, oltre che facciano attenzione praticamente solo alla Candidosi, come MTS.

Anche da anziane è necessario che siano accolte in modo da evitare la lesbofobia, perché non cadano in depressione e perché facciano i vaccini contro l'Influenza e lo Pneumococco e la prevenzione del Cancro al Colon almeno con il Sangue occulto nelle feci.

Mi auguro che questo appello sia stampato, letto e affisso ovunque nelle ASL, Ospedali, Università e Convegni sull'otto marzo in Italia.

Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY


06 marzo 2018
© Riproduzione riservata

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