Campania “ultima” in sanità. Ma la colpa è anche del riparto
di Carlo Spirito
28 FEB -
Gentile Direttore,
Federconsumatori Campania ha, da lungo tempo, evidenziato il fatto che il sistema di riparto attuale del fondo sanitario, paradossalmente, assicura meno risorse proprio alle regioni che più ne avrebbero bisogno, in particolare quelle meridionali. Si fa riferimento al contestato criterio della consistenza numerica della popolazione “corretta” solo per anzianità, in base al quale le regioni che risultano in proporzione “più giovani”, ricevono, minori risorse.
Nessuna applicazione, invece, degli ulteriori indici previsti dalla legge 662/1996 che erano i seguenti:
- popolazione residente;
- frequenza dei consumi sanitari per età e sesso;
- tasso di mortalità della popolazione;
- indicatori relativi a particolari situazioni territoriali utili per la definizione di particolari bisogni sanitari;
- indicatori epidemiologici territoriali.
Di tanto vi è solare consapevolezza nel
documento del 30 Aprile 2010 redatto dall’ AGENAS per conto della Conferenza Stato-Regioni, e nel Patto per la Salute 2014-2016. Anche la Ragioneria dello Stato, la massima autorità contabile dello Stato Italiano, ha avuto modo di precisare nel
“Documento della Ragioneria di Stato sul monitoraggio della spesa sanitaria per il 2015”, assume che “
una percentuale molto elevata del totale dei consumi sanitari nell’ arco della vita di un soggetto si concentra nell’ anno antecedente la sua morte. Ciò significa che la componente di spesa sanitaria relativa ai costi sostenuti nella fase terminale della vita (c.d. death-related costs) non risulterà significativamente condizionata dall’aumento degli anni di vita guadagnati”.
Eppure apprendiamo ora
che nel riconoscere, con gravissimo ritardo, l’indice di deprivazione sociale, e quindi
un fabbisogno sanitario sin qui negato,
nel contempo se ne annulla l’effetto, incrementando il “peso” dell’indice d’anzianità.
Criteri tecnici utili alla determinazione del fabbisogno sanitario vengono, ancora una volta, manifestamente piegati a beceri interessi politici regionalistici arrecando una ingiusta ed irragionevole discriminazione nel fabbisogno sanitario.
Del pari deplorevole è che l’indispensabile intesa tra tutte le regioni, prevista dalla legge 190/2014, venga strumentalmente utilizzata per tenere “in scacco” le legittime aspirazioni delle regioni più svantaggiate. S’incide così su di una funzione
esclusiva dello stato:
la redistribuzione equa delle risorse per il mantenimento uniforme dei livelli d’assistenza su tutto il territorio nazionale.
I correttivi alla nuova “intesa” possono e devono avvenire entro il mese d’Aprile.
Per tale ragione, è stato predisposto un apposito
manifesto, con l’adesione del nascente Comitato Sanità Campania e di tutte le associazioni sul territorio che ne entreranno a far parte, da inviare al Presidente della Repubblica, alla Conferenza delle Regioni ed al Ministro della Salute, sui quali grava la responsabilità politica e morale del perpetuarsi di una gravissima ingiustizia,che si traduce nella mancanza di idonee risorse per il mantenimento dei Livelli Essenziali d’Assistenza.
Le regioni meridionali subiscono una perdita di risorse pro/capite pari a 29.4 euro procapite. La Regione Campania, in particolare, una perdita pro-capite di ben 65.3 euro (elab. dati del Ministero delle Finanze da report CREA. Gli effetti pratici sono in Regione Campania evidentissimi, se solo li si voglia vedere, senza nascondersi dietro la generica griglia dei LEA.
Secondo il rapporto ISTAT Noi Italia 2016, la Campania è:
- ultima nella statistica di spesa sanitaria per abitante;
- ultima nella statistica per numero posti letto.
Il rapporto conferma altresì circa la condizione di “Salute” della Regione che la Campania è:
- tra le ultime regioni per tasso di fecondità;
- la regione che ha subito il maggior tracollo nel tasso di crescita naturale dal 2004;
- ultima nella statistica per aspettativa di vita;
- prima nella statistica per mortalità cardiovascolare;
- tra le prime regioni nella statistica per mortalità per tumori;
- tra le prime regioni nella statistica per mortalità infantile.
E ciò in un contesto meridionale d’analoga drammaticità. Lo sforzo multi generazionale di riduzione della forbice nord-sud è stato così drasticamente annullato dalle politiche di spesa dell’ultimo decennio.
Avv. Carlo Spirito
Responsabile dello sportello Sanità di Federconsumatori Campania
28 febbraio 2017
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