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Pubblico impiego. Sulla riforma Madia la Cisl Medici sospende il giudizio

di Biagio Papotto

17 FEB - Gentile Direttore,
per fare le riforme, è banale scriverlo, occorre avere la percezione che qualcosa non va, la sensibilità nell’individuare il problema, la capacità di individuare la soluzione, la tenacia nel mettere in atto ogni possibile tattica per risolvere il problema. E non congiunturalmente, ma strutturalmente.
 
L’esempio in ambito medico è sin troppo facile. Anni di studio continuo e di aggiornamento permettono capacità di diagnosi. La conoscenza e l’esperienza consentono l’intervento. La corretta esecuzione dello stesso risolve il problema e al contempo garantisce ai pazienti il recupero della piena salute.
Diciamo pure che ci vuole abilità.
 
E se per le riforme ci vuole abilità…qui ci sia consentita una piccolissima disamina. Come spesso avviene la parola si presta a una interpretazione almeno duplice: vi è infatti la possibilità che l’abilità sia usata positivamente, se supportata da sincera intenzione di favorire un cambiamento utile ai lavoratori e allo Stato, e vi è purtroppo anche l’abilità gattopardesca di lasciar passare il tempo con defatiganti forme di contrattazione che altro scopo non hanno se non quello di mostrare propagandisticamente un volto ben diverso dallo spirito che vi si cela sotto. I greci hanno coniato il termine “ipocrita” proprio per quello, vale a dire chi si celava dietro la maschera di creta.
 
Ma non è il momento di fare teatro, anzi.
Siamo in attesa di conoscere se – come più volte assicurato dal Ministro per la Funzione Pubblica e dal suo staff che ha più assiduamente presenziato agli incontri, anche informali – una più completa e coerente riscrittura del DLgs. 165/2001 e del DLgs. 150/2009 siano di reale interesse del Governo, oltre che delle organizzazioni sindacali, come la CISL Medici, che lo hanno chiesto da anni. Questo consentirebbe non solo di aprire finalmente una fase contrattuale ferma dal 2010, ma – cosa più importante – di restituire al Paese una struttura più dinamica, efficace e rispondente alle continue sfide della società contemporanea.
 
La commedia è finita. Vogliamo che l’intesa del 30 Novembre 2016 sia rispettata in pieno. Vogliamo la possibilità di liberare la contrattazione dalle pastoie di una inderogabilità che non ha prodotto alcunché. Chiediamo maggiore libertà nell’organizzazione del lavoro e una più ampia partecipazione alle scelte e alla definizione degli obiettivi.
 
Vogliamo un recupero del potere d’acquisto anche attraverso intelligenti forme di defiscalizzazione del salario accessorio, come già avviene con successo nel settore privato.
 
Riteniamo imprescindibile procedere a coraggiose e non più rinviabili scelte di assunzione delle migliaia di colleghi medici e laureati in discipline sanitarie che sono stati sfruttati per anni con umilianti contratti a tempo.
 
In poche parole: vogliamo che le pubbliche amministrazioni siano messe di nuovo in grado di produrre le eccellenze che possono dare e che – nonostante i governi miopi che si sono succeduti – hanno sempre dato anche in questi anni.
Il giudizio sulla cd. “riforma Madia” è sospeso. C’è tempo per migliorare.
 
C’è anche la volontà di parte pubblica ?
 
Biagio Papotto
Segretario generale Cisl Medici

17 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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