Contratto PA. Nell’intesa firmata non c’è nulla per infermieri generici, Oss e puericultrici
di Angelo Minghetti (Migep)
11 DIC -
Gentile direttore,
vorrei presentare una riflessione
sull’accordo firmato il 30 novembre da Cgil, Cisl e Uil sul pubblico impiego. Un documento che dovrebbe essere la cornice al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, invece, si dimostra vago e generico. Un contratto bloccato da sette anni, che ha comportato enormi sacrifici economici per i lavoratori, in una situazione di grande confusione politica. Il 7 dicembre il Senato ha approvato in via definitiva la legge di Bilancio, che a nostro parere è insufficiente, dove non c’è più politica ma macchine di potere, dove gestiscono ospedali, contratti, bilancio, tutto attraverso il mercimonio.
Il 30 novembre è stata sottoscritta un’intesa sull’aumento medio di 85 euro. Spuntano gli incentivi legati a presenze, gli aumenti non saranno uguali per tutti. Si parla di valorizzazione professionale, rinnovo anche dei contratti dei lavoratori precari, indica di trovare una soluzione che tuteli il bonus degli 80 euro. La riteniamo una gravissima provocazione che per arrivare a un aumento di 85 euro lordi bisognerà togliere a chi guadagna di più. Come federazione Migep, non può esprimersi in merito fino a quando non si conoscerà la struttura del contratto. Una cosa è certa, il rischio che molti lavoratori potrebbero non percepire più il bonus per effetto del superamento della soglia di reddito. Secondo l’accordo la soluzione potrebbe essere individuata nella contrattazione di secondo livello e nei singoli comparti, qualche bonus sul welfare aziendale. È evidente che è un incentivo alla privatizzazione della sanità, sulla previdenza complementare.
Il Ministro non ha indicato nessuna decorrenza contrattuale, ma ha precisato che solo dopo la verifica da parte della Conferenza Stato-Regioni ci sarà l'atto d’indirizzo per dare avvio alla stagione negoziale nei singoli comparti che da 11 sono passati a quattro.
A nostro giudizio è un’intesa al quanto nebulosa e poco rassicurante nei punti essenziali (decorrenza – stanziamenti (solo per il 2017) – anni pregressi – bonus – contrattazione decentrata - precariato) quindi un’intesa insoddisfacente.
Gli infermieri generici – puericultrici – oss, sono stati già penalizzati da leggi.
Lo stesso accordo del 30 novembre sul contratto parla “di premiare tutte le professionalità”, ma ci si rende conto che nell’ambito dell’atto d’indirizzo del comitato di settore nulla vi è per l’evoluzione delle professioni, per le competenze delle professioni. Il riconoscimento previsto dall’accordo del comitato di settore è definito solo per le categorie intellettuali, mentre per le altre categorie non ci sarebbe nulla. Infatti, per l’’infermiere generico, per la puericultrice, per l’oss nulla si è pensato nell’evoluzione di queste professioni, una mancanza che sicuramente dovrebbe essere integrata nel rinnovo contrattuale.
Riteniamo che sulla Formazione non sia possibile continuare ad accettare che il sistema dell’ECM non veda l’inf. Generico, la Puericultrice, l’OSS come protagonisti in questo percorso, poiché si parla nell’accordo sottoscritto il 30 novembre di una valorizzazione di tutte le professioni. Sarebbe importante che prima del contratto si possa riconoscere la formazione ECM anche a queste figure come protagonisti di una professione.
La realtà è che il governo non aveva nessuna intenzione ad aprire la fase contrattuale e adesso ancora di più che c’è la crisi del governo. Forse, se ne parlerà dal 2017 dopo che sarà disponibile la revisione del Testo unico sul pubblico impiego la cui delega al governo scade a febbraio 2017. Che si abbia almeno il coraggio di dire che s’intende privatizzare servizi pubblici e sanità a favore del privato.
Non crediamo che, chi abbia un reddito alto sia d’accordo a ridursi lo stipendio, e accetti un contratto in perdita. Sarà inevitabile l’apertura di altre forme di lotte.
Angelo Minghetti
Federazione Nazionale Migep
11 dicembre 2016
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