In sanità tutti dovrebbero avere una laurea. Oss compresi
di Elsa Frogioni
16 AGO -
Gentile Direttore,
sento l’urgenza di rispondere al Sig. Angelo Minghetti del Migep (
Ma perché gli infermieri continuano ad offendere gli OSS??); le sue esternazioni, riguardo presunte offese e maltrattamenti perpetrate dagli infermieri nei confronti degli OSS, mi hanno lasciato sgomenta. Ogni giorno collaboro nel mio ruolo da infermiera con gli OSS e non mi sono mai accorta d’indossare le vesti di Crudelia Demon.
I colleghi OSS sono parte del contesto lavorativo sanitario e per rispetto, credo importante capire le motivazioni di queste accuse. Leggendo con attenzione la missiva, emergono alcune domande e una serie di affermazioni e valutazioni generiche, oculatamente provocatorie, sulle “solite questioni” poste dagli infermieri sulla loro professione e gli OSS.
Non si evincono circostanze e situazioni specifiche, quindi ritengo che le sue lamentele, possano, verosimilmente nascere, dalla
Proposta Nursind: “Basta con i camici multicolor. Stesso colore in Italia per ogni professione” e dall’
invito della Presidente IPASVI, Barbara Mangiacavalli, ai mezzi di comunicazione, subito colto dal
Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo con il plauso alla corretta iniziativa, sostenendo l’importanza del riconoscimento delle molteplici professioni che si occupano dei servizi alla salute.
Lo stesso, Vito De Filippo, rilevava la necessità di chiarire ruoli, compiti, responsabilità e livello dei controlli delle varie figure, perché è nel diritto dei pazienti non dar luogo a fraintendimenti o generalizzazioni e sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno per ottenere prestazioni appropriate.
Quindi rispondendo alla prima domanda del Sig. Minghetti, non è l’ego degli infermieri a palesarsi in questi argomenti che evidenziano la necessità di identificare precisamente con la divisa ruoli e funzioni degli operatori dei servizi socio-sanitari. Fare chiarezza è centrale e fondamentale per il paziente. È il paziente a essere frastornato dalla moltitudine di professionisti e operatori che si avvicendano, durante tutto il suo percorso assistenziale. I media, che sono lo specchio della società globale, non riescono a distinguerci, nei loro articoli e titoli, campeggiano quasi esclusivamente Medici e Infermieri.
Con l’intento di analizzare, la nostra categoria, il Sig. Minghetti ipotizza, tra gli altri giudizi poco edificanti, che le istanze sollevate dagli infermieri siano dovute alla frustrazione professionale. È vero siamo frustrati nel non vedere riconosciuta la nostra professionalità, dal punto di vista economico e organizzativo. Questo costante svilimento e demansionamento delle nostre professionalità, ce lo consenta, ci portano o ad una scorata rassegnazione oppure alla rabbia/indignazione, e io, qui mi trovo.
Ancora suggerisce agli infermieri di scrivere più articoli dedicati alla cura del paziente e non “…denunce d’infermieri sviliti e complessati da una società che non li capisce e non li apprezza….”. Questo richiamo è assolutamente fuori luogo, perché la categoria professionale infermieristica è certamente la più prolifica in sanità nella produzione di: evidenze, studi, linee guida, procedure, protocolli, ricerche, senza parlare di tutta l’attività formativa accreditata e non, di cui si occupa e che non ha eguali (almeno in termini quantitativi), in ogni ambito sanitario.
Il Migep non se n’è accorto? Preferisce che gli infermieri si occupino esclusivamente di Nursing? Illustro allora che il Nursing, essendo una disciplina di concezione olistica, abbia nei suoi fini quello migliorare la salute, occupandosi anche e soprattutto dei sistemi gestionali, organizzativi, economici e politici dei servizi sanitari. Siamo parte attiva, coinvolti, insieme a cittadini e tutti gli altri attori, alle scelte che determineranno il futuro della nostra sanità, nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione Italiana.
Il Sig. Minghetti nella sua propaganda, accusa gli infermieri di: realizzare “affronti offensivi”, definendoli, addirittura “manovali”! Ledere la dignità e la professionalità degli OSS, di odiare gli infermieri Generici, puericultrici, psichiatrici…Ma cosa vagheggia? Nessuno ha mai utilizzato la terminologia di manovale, (…che personalmente non ritengo neanche così disdicevole! Trattasi di persone con abilità manuali di valore, ce ne fossero… indispensabili in ogni campo, anche in sanità!!!).
Rispetto alle offese e lesione della dignità, è evidente il contrario, la sua lettera ne è una testimonianza. Nessuno della categoria infermieristica ha inneggiato all’odio verso altre categorie di lavoratori della sanità. Per carità, c’è la libertà d’espressione, d’interpretazione, ma evocare parole come, odio, determina una precisa responsabilità, quella di gettare la benzina nel bosco e accendersi una sigaretta!
Tutto questo sfogo per cosa? Una reazione così violenta sembra alquanto inadeguata, quando si chiede di realizzare un’identificazione dei professionisti, mediante dicitura del ruolo professionale. Questa proposta, normalissima e legittima, di grandissima utilità e beneficio per tutti (sono i pazienti ed il Tribunale del Malato a sostenere con noi questa petizione); alcuni OSS, chissà perché, il Migep, si è sentito denigrato.
Eppure concorda sulla confusione di ruoli e funzioni in sanità, quindi vorrei che almeno chiarisse in quanto rappresentante del Migep, siete d’accordo nel sostenere il Nursind su questa richiesta: ogni operatore sanitario deve avere una divisa con ben scritto il suo ruolo lavorativo. Si o No? Ancora non avete chiarito la questione!
In merito agli errori commessi nel passato, in parte sono d’accordo, sarebbe stato meno fuorviante, abolire il mansionario per gli infermieri, dando a questi un percorso di laurea e lasciare il mansionario degli infermieri generici, con la formazione delegata alle regioni (ed in parte è già così, ma è un po’ complicato da comprendere... ). Così non sarebbero esistiti gli OSS, ma, infermieri Generici, con mansionario, nel ruolo sanitario e probabilmente tanti diverbi, anarchie e zibaldoni, non sarebbero sorti. Probabilmente anche i cittadini e i media, avrebbero compreso meglio, perché già nel loro background culturale.
Sono in sintonia anche a riguardo della formazione, è un diritto per ogni lavoratore, anzi un dovere, per questo suonano incredibili le sue affermazioni e appellativi nei confronti degli infermieri, come se fossimo noi l’ostacolo principale di ogni vostra esigenza! Noi siamo arroganti? Noi decretiamo l’egemonia? Noi non abbiamo rispetto? Un attimo…mi sono persa…il Migep si rende conto di essere in Italia? Ci sono delle Leggi dello Stato alle quali il professionista sanitario deve sottostare, per noi, una tra le più importanti è quella del Profilo Professionale Infermieristico definito nel D.M n.739/94, (
art.1 comma1: E’ individuata la figura professionale dell’infermiere con il seguente profilo: l’infermiere è l’operatore san. Che, in possesso del diploma universitario abilitante e l’iscrizione all’albo prof. È responsabile dell’ass. generale infermieristica.
comma2 “l’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria”
comma3 L’infermiere: a)…b)…c)…d)…e)…f) per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto;..).
Gli OSS, sono parte di questo punto f), la funzione della responsabilità assistenziale è dell’infermiere, che per ogni piano assistenziale identifica le figure più appropriate per determinati interventi assistenziali. Ora quando lettera, si elenca tutta una serie d’interventi assistenziali che l’OSS può eseguire. Non entro nello specifico, perché alcuni non ritengo legittimi…, ma, restano, comunque, in attribuzione e responsabilità dell’infermiere che li commissiona all’OSS. Oppure è l’OSS, che secondo il Sig. Minghetti, decide autonomamente di eseguirli? In questo caso, siamo fuori da ogni cognizione legale. Se non si fida di quanto asserito, può chiederne conferma al suo legale di fiducia.
Infine mi permetto, anch’io, di giudicare e interpretare, personalmente, quanto proclamato.
Perché come sostiene, sono una dei tanti infermieri molto sviliti, stressati, complessati, frustrati, moltissimo arrabbiati, io, che tengo moltissimo ai pazienti (tutti quelli che mi conoscono professionalmente possono testimoniare….) e al contempo alla mia professione (idem!). Mi meraviglio che una persona, che si presenta quale rappresentante di un’associazione di categoria, esprima le sue rivendicazioni, con frasi, che hanno l’unico intento di manifestare e sollecitare odio nei confronti di colleghi, con le quali deve collaborare! Inveisce contro la nostra categoria, mettendoci in bocca frasi e commenti mai pronunciati e pensati….solo per cosa? Per rivendicare il diritto dell’OSS a fare ulteriori interventi assistenziali?
Non mi sembra questo, il modo, per spiegare, che cosa il cittadino debba aspettarsi nel suo futuro dall’assistenza infermieristica.
Questa esternazione assomiglia (sempre a mio parere…) a quella di alcuni adolescenti, che in famiglia litigano con i propri genitori, perché desiderano arrivare tardi la sera, aspirano a fare una vacanza con gli amici, vogliono il motorino, ecc…mentre i genitori sono un po’ riluttanti.
Alla fine, ogni famiglia e genitori prenderanno le loro decisioni, con la consapevolezza, che le conseguenze e gli esiti di queste scelte, graveranno su ciascuno di loro, ma legalmente e moralmente, soprattutto, su chi ha la patria potestà.
La metafora per affermare che la “maggiore età” e l’assunzione di piena autonomia e libertà nell’assistenza, si ottengono esclusivamente, con l’abilitazione della laurea infermieristica. Così è in Italia.
Conclude ieraticamente con “I have a dream”, di M.L. King, ed una frase, per me sibillina, forse pensata giusta come epilogo, ma onestamente, con i miei limiti, non l’ho compresa.
Colgo la sfida e provo a cimentarmi in un sogno, vicino alla mia idea di sanità.
I have a dream: una sanità, dove tutte le figure professionali che si occupano di salute, siano laureate, affinché l’eccellenza, la qualità, le relazioni, i diritti e la dignità dei lavoratori e cittadini siano tutelate e valorizzate all’insegna dell’uguaglianza e del progresso scientifico. Utopia? Buona salute a tutti!
Elsa Frogioni
Infermiera
16 agosto 2015
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