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Quanto guadagnano i medici/3. Mmg e ospedalieri difficilmente paragonabili

di Francesco Buono

30 OTT - Gentile Direttore,
in merito al dibattito che in questi giorni si sta sviluppando sulla retribuzione dei Medici di Medicina Generale, che trae spunto dalle Tabelle messe a punto dal Centro Studi del Sindacato Medici Italiani (SMI), giova a mio avviso puntualizzare quanto segue.
Innanzitutto appare fuorviante paragonare due nature diverse di lavoro, l'una (i Dirigenti) di natura dipendente, l'altro (Medici di Medicina Generale) di natura libero-professionale convenzionata: avere a minimo comune denominatore infatti la quantificazione dell'ora lavorata può andare bene per il primo, ove il rapporto orario sostanzia l'esattezza del calcolo proposto per invarianza dell'unità di misura, ma non è concettualmente proponibile per il secondo, dove il riferimento al rapporto orario può al massimo essere accettato per una parte dell'attività svolta (l'effettiva presenza in studio).

Si tratta di un "bias" originario che inficia il calcolo effettuato, per cui - per tale aspetto - concordo con il dr. Rivellini che, successivamente intervistato, ha ammesso la necessità di uno studio più approfondito e attento...
Se assumiamo infatti il concetto che "orario di servizio" = "orario d'ufficio" (presenza in studio) + "impegni di servizio" (visite domiciliari programmate e non, aggiornamento scheda sanitaria obbligatoria, consulti telefonici e telematici, ecc. ecc.) entriamo in un campo ove è molto difficile ridurre a quota oraria impegni molto differenti in ragione sia della composizione della popolazione assistita che delle caratteristiche orogeografiche e sociali delle varie realtà del nostro Paese.

Ma per non tirarmi indietro dinanzi al raffronto retributivo che si è discutibilmente deciso di fare, forse originato dalla natura stessa di un sindacato composto di varie tipologie di professionisti sanitari e non solo di Medici di Medicina Generale e con la conseguente e intuibile necessità e difficoltà di adoperare un "linguaggio comune", accantonando il riferimento al "valore dell'ora lavorata" che per quanto detto sopra non è proponibile, posso semplicemente tentare di "omogeneizzare" il reddito totale delle suddette due realtà lavorative, in particolare cercando di adattare con l'artificio della simulazione (e quindi con le dovute correzioni) la retribuzione effettiva del Medico di Medicina Generale nella sua versione di "Medico di Assistenza Primaria" a quella del Collega Dirigente.

Escludendo logicamente indennità aggiuntive su base di impegni volontari nel campo dell'Assistenza Primaria, come del resto credo sia stato fatto per gli straordinari e l'eventuale "intra moenia" nel campo dei Dirigenti, e limitandomi ai compensi tabellari desumibili dalla vigente Convenzione, desumo che:
- un Medico di Medicina Generale massimalista (1500 Assistiti), al massimo cioè della propria "carriera", traguardo che non è certo la base d'ingresso nella sua realtà lavorativa ma si raggiunge faticosamente e senza alcuna garanzia di mantenimento dopo vari anni di lavoro, RICAVA (non GUADAGNA) mensilmente € 3,33750 (compenso forfettario annuo) + € 0,25670 (quota capitaria di ponderazione) + € 0,25670 (quota finalizzata al governo clinico) + € 100 onnicomprensive (indennità di collaborazione informatica) per un totale di € 5876,35 cui si aggiunge nella migliore delle ipotesi € 686,25 (assegno individuale non riassorbibile, unica voce costante insieme con l'indennità informatica) per un totale di € 6462,60;
- tale somma va, nel tentativo di omogeneizzazione che ho premesso, moltiplicata per 12 (i mesi dell'anno) e poi divisa per 13 (non essendo prevista la tredicesima mensilità per il Medico di Medicina Generale), per cui scenderemo a € 5965,48/mese
- assumendo che il Medico di Medicina Generale non si ammali mai, e limitandomi alla previsione di un godimento di ferie di giorni 30 (parimenti non previste retribuite per il Medico di Medicina Generale, che anzi a differenza del "libero professionista puro" non può limitarsi a "chiudere lo studio" ma deve "provvedere a sue spese alla sostituzione", circa € 100/die), avremo un esborso vivo di € 3000 (quota parte mensile quindi di € 250), ed ecco quindi un ulteriore ritocco che porta il ricavo ad € 5715,48/mese
- l'attuale sistema di tassazione prevede una ritenuta d'acconto del 20% sull'imponibile, pari come noto alla somma lorda erogata sottraendo i contributi previdenziali attualmente pari al 6,125% nella parte a carico del singolo Medico di Medicina Generale (€ 350,07), per cui la somma erogata in busta paga scenderà a € 5365,41 al netto dei contributi, su cui applicare la suddetta ritenuta d'acconto (€ 1073,08) per una somma effettivamente erogata pari a € 4292,33/mese; in sede di calcolo dell'Irpef con il sistema delle aliquote vigente, a fronte di un imposta dovuta pari ad un aliquota media di circa il 34%, ciò porterà ad un'imposta lorda pari ad € 1824,24 che, sottraendo ad essa il valore della ritenuta d'acconto suesposta, aggiungerà un prelievo fiscale di € 751,16/mese e di conseguenza ridurrà l'emolumento percepito a € 3541,17

Saremmo a questo punto portati a considerare tale ultima somma (€ 3541,17) come il GUADAGNO del Medico di Medicina Generale al top della "carriera", senza ulteriori indennità aggiuntive allo stato non obbligatorie; peccato però che sui calcoli fin qui effettuati incida l'IRAP (non prevista per i Dirigenti) per una media di € 350/mese, scendendo quindi ad € 3191,17
Qui devo fermarmi nel tentativo di omogeneizzazione Medico di Medicina Generale/Dirigente: le ulteriori voci di spesa per il primo, alcune obbligatorie (spese di produzione del reddito tra cui principalmente la sede di lavoro, a suo carico a differenza del Dirigente con cifre variabili tra città e provincia, le spese di telefono ed elettricità, hardware e software dedicato, i rifiuti speciali, ecc. per cifre dell'ordine di un migliaio di euro) e altre facoltative ma oggigiorno a fronte dei numerosi adempimenti amministrativi fortemente consigliate (Segretaria, fiscalista, a suo carico a differenza del Dirigente), così come - per equità - i vari meccanismi di detrazione/deduzione fiscale (a vantaggio del Medico di Medicina Generale e non del Dirigente) non consentono più una comparazione di accettabile livello tecnico.

Devo però concludere con un accenno al trattamento pensionistico, nettamente favorevole al Dirigente: in questo caso, per arrivare ad una omogeneizzazione con quest'ultimo, il Medico di Medicina Generale deve pensare a secondo e terzo pilastro pensionistico che non possono non prevedere un ulteriore esborso mensile di denaro, anche qui variabile a seconda del piano prescelto ma dell'ordine di € 500/1000 tentando una media grossolana, nonchè al mancato TFR: ce n'è abbastanza, credo, per ridimensionare, e di molto, le cifre di cui in questi giorni si è parlato.
 
Francesco Buono
Medico di medicina generale roma

30 ottobre 2014
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