La distribuzione diretta dei farmaci e lo spreco che non c'è
di Anna Mansi
26 LUG -
Gentile direttore,
Federfarma, il sindacato dei farmacisti titolari,
afferma che la distribuzione diretta genera inutili sprechi. A sostegno di questa tesi è stato riportato il caso di un cittadino che ha denunciato di essere stato costretto a buttare farmaci rimasti inutilizzati, dopo la morte della madre, per un valore di più di mille euro. Infatti la farmacia dell’ospedale cui si era rivolto, non aveva voluto riprenderli indietro, non potendo avere garanzia della corretta conservazione al domicilio.
Vorremmo , con questa nota di risposta, ricordare a tutti che tra i compiti dei farmacisti previsti sia dalla giurisprudenza ( dpr 258 agosto 1991 e 206/2007) sia dal codice deontologico professionale c’è anche quello della “ preparazione, controllo, immagazzinamento, conservazione e dispensazione dei medicinali”. E queste funzioni, tutte a tutela della salute pubblica, valgono tanto per i farmacisti di comunità tanto per quelli ospedalieri. Bene ha fatto quindi la collega a non accettare la restituzione in quanto non poteva garantire i livelli di sicurezza correlati ad una non certificabile conservazione .
Stesso atteggiamento, ne siamo certi, sarebbe stato tenuto da una qualsiasi altra farmacia di comunità aperta al pubblico. Pertanto lo spreco non solo non esiste ma, anzi, l’episodio testimonia dell’attenzione che i farmacisti ospedalieri hanno nei confronti della sicurezza del paziente al quale bisogna sempre garantire la dispensazione di medicinali tracciabili e perfettamente conservati
Dottoressa Anna Mansi
Il Segretario SiNaFO Friuli Venezia Giulia
26 luglio 2013
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