La sanità marchigiana a rischio. Infermieri pronti a fare la propria parte
di Sandro Scipioni
20 MAR -
Gentile Direttore,
le ultime vicende pubblicate sui vari mass media locali, riguardanti la sanità nella nostra Regione, meritano attenzione e una riflessione condivisa e partecipata. L’IPASVI, non può entrare nel merito delle scelte politico-industriali di chi amministra, ma può intervenire, quando il sistema entra in conflitto all’interno dei centri decisionali locali e regionali che hanno il difficile compito di ridisegnare il modello sanitario e assistenziale marchigiano.
Tanto per essere chiaro, all’interno di questo dibattito, affermiamo fin da subito e con forza che il SSN e Regionale deve essere mantenuto pubblico, equo, solidale, universale, disponibile a forme corrette di complementarietà.
Un sistema proiettato verso l’innovazione e la valorizzazione anche attraverso il giusto riconoscimento occupazionale e professionale, di coloro che vi operano o che si sono preparati, con impegnativi percorsi di studio, a farne parte.
Diciamo ciò a tutela dei cittadini che sono il nostro punto di riferimento, la nostra committenza, auspicando che, prima di effettuare scelte inopportune, (tagli per 450 posti di assistenza professionale) si operi una preventiva razionalizzazione seguita da una riorganizzazione territoriale della sanità, mediante un confronto aperto e reale a tutto campo.
Dovrebbero essere fatte delle scelte condivise, con nuovi sistemi che siano garantiti da risorse appropriate, con nuovi progetti di rivisitazione delle strutture ospedaliere, riducendo costi e spese, premiando” l’innovazione “ ad esempio le cosiddette strutture poliambulatoriali a piastre in alternativa a plessi ospedalieri non fruibili nella totalità degli interventi necessari.
Troppo spesso invece si assiste al mantenimento dello status quo, perdendo di vista l’obiettivo finale; efficienza ed efficacia dei servizi a tutela del cittadino, senza inutili doppioni.
Gli Infermieri, con la loro etica, professionalità, sapere, spirito di sacrificio anche rinunciando a riposi o quant’altro, offrono un servizio di qualità, (dimostrato dai recenti dati ISTAT sul gradimento assistenziale e sull’adeguatezza della preparazione rispetto alla funzione svolta) e chiedono ascolto, rispetto delle normative, leggi, contratti aziendali (spesso difformi tra strutture territoriali) che qualche volta ci mettono in conflitto con i principi contenuti nel nostro Codice Deontologico, non per ultimo il pieno riconoscimento strategico della funzione dirigenziale che svolgono i nostri professionisti nel far funzionare la complessa macchina sanitaria , troppe volte non tenuto nella giusta rilevanza come elemento primario nella gestione del sistema.
Lo dobbiamo ai Cittadini che si rivolgono a noi, nei momenti difficili, di paura e di angoscia.
Vorremmo che ci fosse uniformità di trattamento all’interno della nostra Regione , una turnistica unica dappertutto, una verifica di coloro che risultano in organico, ma poi per diversi motivi non espletano l’attività infermieristica, rispetto del turn over in base alle leggi vigenti, sostituzione delle gravidanze ecc.
Il servizio sanitario se non recepisce queste considerazioni, rischia di non reggere.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte; l’IPASVI di Macerata che rappresento e il Coordinamento Regionale a giorni chiederemo un incontro ai vertici regionali ASUR fino ad oggi disatteso dalle stesse istituzioni, per un confronto costruttivo, propositivo sulla sanità e professionalità infermieristica regionale.
Sandro Scipioni
Presidente Provinciale Collegio Infermieri Macerata
20 marzo 2013
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