Ddl Concorrenza, quale destino per l’Adi?
di Filippo Lintas
05 DIC -
Gentile Direttore,
abbiamo seguito con grande attenzione l’esame del Ddl Concorrenza appena conclusosi alla Camera che ha stabilito la sospensione delle richieste di accreditamento da parte di nuove strutture o l’avvio di nuove attività in strutture preesistenti, fino agli esiti delle attività del Tavolo di lavoro per lo sviluppo e l’applicazione del sistema di accreditamento nazionale entro e non oltre il 31 dicembre 2026. Come associazione Home and Digital Care, parte di Confindustria Dispositivi Medici, ci occupiamo da anni del tema dell’accreditamento delle cure domiciliari, un processo che le Regioni stanno affrontando con lentezza e difficoltà.
L’Intesa Stato-Regioni del 4 agosto 2021 ha stabilito i requisiti minimi per l’autorizzazione e l’accreditamento delle cure domiciliari, impegnando le Regioni all’attuazione entro 12 mesi. Successivamente, come è noto, il PNRR ha stanziato quasi tre miliardi per il potenziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) con l’obiettivo di assistere entro il 2026 il 10% degli over 65, facendo leva, di fatto, sull’adozione del sistema di accreditamento istituzionale su tutto il territorio nazionale.
Ad oggi, tuttavia, soltanto Lazio, Lombardia e Sicilia hanno finalizzato tale processo accreditando e contrattualizzando enti pubblici e privati per l’erogazione di tali servizi, mentre la maggior parte delle altre Regioni sono ancora in fase di definizione di tariffe e modalità operative e alcune di esse si sono limitate a recepire meramente l’intesa, ritardando complessivamente l’effettivo accesso a un’assistenza domiciliare adeguata.
È inoltre fondamentale sottolineare che, in queste Regioni, l’ADI viene ancora affidata a operatori privati selezionati tramite gare d’appalto, dove il prezzo rappresenta spesso il criterio prevalente. Questo approccio, praticato per esempio in Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Sardegna e in alcune ASL di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, limita l’accesso ai fondi stanziati dal PNRR. Infatti, questi ultimi possono essere utilizzati solo per pazienti seguiti da soggetti pubblici o privati accreditati e, di conseguenza, i pazienti assistiti da operatori privati individuati tramite gara d’appalto non rientrano nei parametri richiesti, impedendo di fatto l’utilizzo delle risorse disponibili.
Alla luce di tale contesto, ci auguriamo che la recente sospensione approvata dalla Camera non rallenti ulteriormente questo processo fondamentale. Al contrario, è indispensabile che tutte le Regioni rispettino gli impegni presi, valorizzando il contributo del privato accreditato per raggiungere gli obiettivi della Missione 6 del PNRR, che individua nella casa il “primo luogo di cura”. Riconosciamo, pertanto, l’utilità del tavolo di lavoro per lo sviluppo e l’applicazione del sistema di accreditamento nazionale, che potrà apportare miglioramenti al modello attuale per garantire standard elevati di qualità e un accesso equo alle cure domiciliari per tutti i cittadini.
Auspichiamo, quindi, che il sistema di accreditamento venga implementato senza ulteriori ritardi in tutte le Regioni e che non sia penalizzato dalle disposizioni contenute nel Ddl Concorrenza. Solo attraverso la contrattualizzazione dei soggetti accreditati sarà possibile potenziare l’assistenza domiciliare integrata, come previsto dal PNRR, rispettando i principi di qualità, appropriatezza ed equità, valori fondanti del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Filippo LintasPresidente Home and Digital CareConfindustria Dispositivi Medici
05 dicembre 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore