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Borse di specializzazione non assegnate, e se i fondi fossero ridistribuiti tra chi oggi non percepisce nulla?

di Francesco D’Aleo

22 OTT - Gentile Direttore,
nonostante gli anni appena trascorsi, quelli funestati dalla crisi pandemica, la medicina di laboratorio continua a soffrire di un disamoramento acuto da parte dei giovani medici. L’assegnazione delle borse di studio disponibili per il 2024 conferma un disastro annunciato come, per l’appunto, segnalato dal report Anaao e riportato anche recentemente su questa testata.

Eppure, qualsiasi diagnosi medica necessita di esami laboratoristici e strumentali che vengono espletati da specialisti in una delle aree dei servizi che, purtuttavia, si collocano tra quelle con il minor numero di borse assegnate. Non attrae più la professione dell’Anatomo patologo con il solo 47% delle borse assegnate, meno la Patologia e Biochimica clinica con il 17% delle assegnazioni e per nulla la Microbiologia e Virologia con solamente l’11% delle borse attribuite.

Ci potremmo interrogare allungo circa le reali motivazioni che portano un giovane professionista a scegliere di fatto le specialità non solo più remunerative ma anche quelle che consentono una maggiore autonomia e libertà di professare anche al di fuori delle strutture pubbliche; ma non voglio dilungarmi eccessivamente e vorrei centrare la mia riflessione su un argomento già affrontato ma mai risolto.

Se per la classe medica i percorsi formativi sopra citati sono una scelta secondaria, come dimostrato dai dati pubblicati, non lo sono per la classe dei Biologi (eccetto per l’Anatomia Patologica il cui accesso è riservato solo ai laureati in Medicina e Chirurgia) che vedono nelle professionalità laboratoriste la massima espressione del loro percorso di studi.

Tra i professionisti sanitari, infatti i Biologi ricoprono il ruolo di Dirigente al pari dei colleghi Medici e in maniera del tutto analoga la copertura di un posto nel settore pubblico (ma anche in molti privati) passa per i medesimi obblighi formativi. Ovvero, anche i Biologi (come ogni dirigente sanitario – fisici, chimici e farmacisti) debbono intraprendere e concludere un percorso formativo specialistico (4 anni come dall’ultima riforma) che si somma al percorso di laurea (3+2). Tuttavia, questa classe di professionisti non vede riconosciuto l’enorme apporto professionale e lavorativo che si esplica durante il periodo di formazione, infatti, per l’interno percorso quadriennale non viene elargita alcuna borsa di studio, pur dovendo gli stessi assicurare il medesimo numero di ore e lo stesso carico di lavoro dei colleghi medici. Ricordo inoltre, come il titolo finale sia identico per entrambe le categorie.

Mi chiedo, per quanto sopra esposto, perché non dirottare i fondi delle borse non assegnate ai colleghi biologi, fisici, chimici e farmacisti impegnati nei percorsi di formazione specialistica? Questo non comporterebbe una privazione di risorse in quanto, ad esempio, già oltre l’80% delle borse in Microbiologia e Virologia non viene assegnata, ma una redistribuzione delle risorse a chi allo stato attuale non percepisce nulla.

Francesco D’Aleo
Dirigente I livello GOM – Reggio Calabria

22 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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