Gentile direttore,
durante la giornata di insediamento del nuovo Senato della Repubblica, Maurizio Gasparri (FDI) ha depositato tre disegni di leggi riguardanti alcuni articoli del Codice civile che, pur non colpendo direttamente la legge 194, andrebbero pesantemente ad ostacolare il diritto e l'accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
Tra questi disegni di legge il più eclatante ha l’intento di “riconoscere capacità giuridica al concepito”, capacità giuridica che invece ad oggi, nel Codice civile, è subordinata all’evento della nascita.
Riconoscere capacità giuridica al concepito non solo è un attacco frontale ai consultori e al diritto dei corpi gestanti di decidere sul proprio corpo, ma introdurrebbe complicazioni enormi alla tutela di un corpo gestante nella pratica clinica: al di là dell’IVG, con una proposta di legge del genere in che modo sarebbe possibile intervenire con un aborto terapeutico in caso di rischio di mortalità per chi ha intrapreso la gravidanza?
Come scienziati e ricercatori non possiamo che sottolineare anche la grave limitazione che ciò costituirebbe alla ricerca scientifica, in particolare nel campo delle terapie con cellule staminali.
Maurizio Gasparri e il suo partito giocano subito a carte scoperte: per loro chi possiede un utero deve rassegnarsi ad un'idea della sessualità intesa come obbligatoriamente ed esclusivamente finalizzata alla procreazione, a discapito del diritto di scegliere sul proprio corpo e in certi casi anche a discapito della propria salute.
Siamo all'inizio di un periodo in cui, ci è appena stato detto, senza troppi giri di parole, che vedremo limitati i diritti di chi possiede un utero, ma anche di chi ha un orientamento sessuale e relazionale diverso. Scopriamo anche noi le carte allora: come comunità di professionisti sanitari siamo pronti a opporre tutta la resistenza necessaria per tutelare il diritto all'autodeterminazione di chi possiede un utero e quindi anche del diritto all’aborto e fare in modo che una legge del genere non nasca mai.
Coordinamento Nazionale dell’Associazione “Chi si cura di te?”