Vaccini covid. Cisl Medici Lazio: “Sarebbe gravissimo non rispettare i tempi della seconda dose”
Il sindacato interviene sui ritardi di approvvigionamento, che rischiano anche di compromettere la prima fase della campagna che ha visto somministrare la prima dose agli operatori sanitari. “Nessuno sa cosa accade a chi si è vaccinato la prima volta ed ora rischia di vedere slittare la seconda dose di vaccino. E certo non potremmo accontentarci delle eventuali rassicurazioni di qualche presenzialista televisivo”. Appello alla Regione perché “faccia la voce grossa”.
19 GEN - “Sarebbe estremamente grave -se gli operatori sanitari che si sono sottoposti alla prima iniezione del vaccino anti COVID dovessero rimanere senza la seconda dose di vaccino da somministrare a 21 giorni di distanza. Sarebbe grave perché non verrebbe rispettata la esatta sequenza temporale dettata dalla azienda produttrice del vaccino, e confermata dalla comunità scientifica, e non ci sarebbe alcuna certezza sulla possibilità di mettere in sicurezza gli operatori sanitari”. Lo afferma la Cisl Medici Lazio in un comunicato.
Per il sindacato “sarebbe grave perché nessuno sa cosa accade a chi si è vaccinato la prima volta ed ora rischia di vedere slittare la seconda dose di vaccino. E certo non potremmo accontentarci delle eventuali rassicurazioni che qualche presenzialista televisivo finirà per emettere per accontentare magari chi avrebbe dovuto garantire una adeguata programmazione vaccinale”.
Ma anche perché “aumenterebbero i numerosi dubbi sulla campagna vaccinale che non può essere fatta nelle Asl del Lazio con accelerazioni dettate dalla voglia di primeggiare nei numeri per vincere la gara a chi vaccina di più”.
Per la Cisl medici Lazio, la mancata forniture dei vaccini contro il covid “sarebbe grave a fronte della risonanza mediatica che si è data alla necessità di vaccinare le categorie più fragili e gli anziani ultraottantenni. E come Cisl Medici Lazio avevamo visto giusto considerato che pochi giorni fa, in un precedente comunicato, scrivevamo che occorreva evitare quella che sembrava già una gara al primato di chi vaccina di più”.
La Cisl Medici Lazio spiega di avere “pubblicamente apprezzato la campagna vaccinale anti COVID-19 portata avanti dalla Regione Lazio, per i medici e il personale sanitario, sulla base di una adesione ‘libera e volontaria’ e quindi senza alcuna obbligatorietà. Oggi invitiamo l’Assessore alla Sanità a non attardarsi sul tema del certificato vaccinale da rilasciare a partire da febbraio, dopo la somministrazione della seconda dose, bensì a garantire la somministrazione stessa della seconda dose facendo la voce grossa a tutti i livelli istituzionali per mettere in sicurezza gli ospedali e gli operatori sanitari e di conseguenza mettere in sicurezza i pazienti e i cittadini. E invitiamo fermamente l’Assessore alla Sanità del Lazio a fare la voce grossa anche con le direzioni strategiche delle Asl e delle Aziende ospedaliere affinché accelerino con le assunzioni di personale necessarie a dare stabilità e continuità alla lotta contro le altre malattie acute e croniche trascurate a causa della pandemia”, conclude la nota.
19 gennaio 2021
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