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Lazio fuori da commissariamento. Ma le tasse restano. Informativa di D’Amato in Consiglio regionale

Lo aveva già anticipato nell'intervista al nostro giornale, e ieri lo ha confermato in Consiglio: l'uscita del commissariamento non si tradurrà nell'immediato in un taglio alle tasse. “Non è un mistero che con una parte importante di quelle somme vengono coperte cose che nulla hanno a che fare con la sanità. Però, credo che questo accompagnerà le nostre discussioni e le nostre riflessioni nel corso di questi mesi”, ha detto l'assessore nella sua replica ai consiglieri. IL TESTO

05 FEB - L’uscita dal Commissariamento della sanità regionale non comporta l’uscita dal piano di rientro. Ed “è chiaro che, nel prosieguo dei due anni del Piano di rientro, questo comporta la copertura nei termini e nelle forme in cui sono state previste”. Queste le prime parole con cui l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, nella sua replica in consiglio regionale, dove ha esposto una informativa, ha risposto a chi chiedeva se la fine del commissariamento si sarebbe tradotto anche in un taglio alle tasse.

“Delle aliquote addizionali - ha detto D’Amato - io ricordo che una parte importante, circa un terzo, è ancora a copertura dei mutui contratti nel tempo. Sarei la persona più contenta in questo momento se ci fossero immediatamente delle possibilità per recuperare lì delle somme da reinserire nel sistema, se penso alla non autosufficienza, se penso agli anziani, però l’Assessore al bilancio, insieme alla Giunta e al Consiglio, è protratto in questa ricerca”.

“Non è un mistero - ha ripetuto D’Amato - che con una parte importante di quelle somme vengono coperte cose che nulla hanno a che fare con la sanità, mi riferisco al trasporto pubblico e in particolar modo al trasporto pubblico della città di Roma. Però, credo che questo accompagnerà le nostre discussioni e le nostre riflessioni nel corso di questi mesi”.

L’informativa dell’assessore è stata comunque incentrata da evidenziare le buone notizie derivanti dall’uscita del commissariamento. “Sono tre le principali conseguenze che l’uscita dal commissariamento porta con sé”, ha detto. "Innanzitutto, quella relativa a una nuova programmazione. La seconda riguarda le politiche del personale. La terza riguarda la finalizzazione degli investimenti nelle strutture e nelle tecnologie”.

Sul primo punto, quello della programmazione, l’assessore ha anzitutto chiaro che l’uscita dalla stagione commissariale non comporta, appunto, l’interruzione del Piano di rientro, “che proseguirà, e questo l’ho sempre comunicato anche in sede di Commissione, secondo gli impegni assunti con i programmi operativi, ossia con il Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del sistema sanitario, che ha avuto il 29, qualche giorno fa, l’okay in Conferenza Stato-Regioni”. E “ciò significa sicuramente maggiore responsabilità degli organi della Regione, Giunta e Consiglio, nella gestione ordinaria all’interno del perimetro definito con l’atto di programmazione che ricordavo”.

D’Amato ha quindi illustrato sinteticamente le principali azioni e gli obiettivi previsti dai programmi operativi 2019-2021 che hanno ricevuto l’okay in Conferenza Stato-Regioni. “Come definito nella prima sezione dei programmi operativi, vengono individuate in primo luogo le linee di intervento necessarie per soddisfare i bisogni della popolazione. Sono, quindi, stati individuati tre grandi ambiti di intervento: quello relativo alla popolazione generale, la cosiddetta ‘prevenzione attiva'; quello relativo ai bisogni inattesi del paziente acuto, la cosiddetta 'presa in carico reattiva'; infine, quello che riguarda i bisogni programmabili del paziente cronico, ovvero la 'presa in carico proattiva’".

La seconda sezione dei programmi operativi contiene azioni di sistema e di sviluppo delle capacità di governo e gestione. "Abbiamo, infatti, l’esigenza, in questa fase, di completare l’assetto regolatorio, di ridefinire la governance istituzionale anche con l’istituzione dell’Azienda Lazio.0, che ha iniziato il suo percorso già diversi mesi fa in sede di Commissione e che è prevista all’interno del quadro di programmazione, soprattutto nel quadro dell’offerta delle reti assistenziali”.

Contestualmente, ha detto D’Amato, “nei programmi operativi si intende potenziare la rete territoriale rivolta ai pazienti fragili e cronici, seguendo gli indirizzi del Piano nazionale della prevenzione e della cronicità, rafforzando il ruolo dei distretti, delle Case della salute, potenziando l’offerta di assistenza domiciliare”, oltre che “di riabilitazione territoriale, di RSA, di dipendenze, della salute mentale, delle cure primarie e dei consultori”.

Per i servizi territoriali nei programmi operativi che hanno ricevuto l’okay in Conferenza Stato-Regione, ha quinti annunciato l’Assessore, per il prossimo biennio si prevedono risorse aggiuntive pari a 146,4 milioni di euro.

“In tale contesto - ha detto D’Amato - assumono particolare rilievo i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (icosiddetti PDTA), la stratificazione per classi di rischio dell’intera popolazione assistita e l’utilizzo della tecnologia digitale, che è un altro aspetto importante, inserito nei programmi operativi. Per telemedicina e innovazione tecnologica sono previsti, nell’arco di durata dei programmi operativi investimenti, anche qui aggiuntivi, pari a 24,7 milioni di euro, perché l’elemento della cronicità è un elemento non solo per il nostro sistema sanitario, ma in generale per tutti i sistemi sanitari, assolutamente dirimente nel momento in cui l’aspettativa di vita è un’aspettativa sempre più ampia, e questo richiede un’attenzione particolare, soprattutto sulla parte della cronicità e dei percorsi diagnostici terapeutici".

Il secondo punto che caratterizza i programmi operativi è quello relativo alle politiche assunzionali, che per D’Amato “è un punto cruciale. È stata, ripeto e ribadisco, una delle leve, purtroppo, dico io, più rilevanti in questi anni. Sono stati gli operatori ad aver pagato il prezzo più alto di questa lunga stagione commissariale. Abbiamo in questi anni incominciato ad invertire la rotta". D’Amato ha quindi voluto illustrare alcuni dati: “Nel 2019 sono cessati nel sistema sanitario regionale 2.453 rapporti di lavoro; sono subentrati e sono stati stipulati, come contratti a tempo indeterminato, 2.869. C’è stato già quindi un elemento di recupero che ovviamente adesso andrà proseguito durante tutto il percorso. Questa è la strada che abbiamo intrapreso e che è codificata anche nei programmi operativi approvati. Ora bisogna proseguire con la copertura non solo dell’intero turnover, ossia di sostituire tutti coloro che vanno in quiescenza durante l’annualità, ma anche di quello relativo al soddisfacimento dei nuovi fabbisogni aziendali secondo i piani che ogni singola azienda ha predisposto”. Per quanto riguarda le politiche del personale, sono previsti 77,8 milioni da qui alla durata dei programmi operativi, “proprio per ottenere questo risultato di garantire nel tempo un meccanismo non solo di ricambio, ma anche di inserimento di ulteriori risorse rispetto al fabbisogno”.

Il terzo punto che è previsto nei programmi operativi approvati è quello relativo alla qualità, alla sicurezza e all’ammodernamento delle strutture sanitarie e delle strutture della rete. “Questo - ha detto l’assessre - riguarda la finalizzazione degli investimenti e della sicurezza delle nostre strutture sanitarie. Dobbiamo fare in modo che alla capacità e alla professionalità dei nostri medici, dei nostri infermieri e dei nostri operatori corrispondano strutture dignitose e tecnologicamente al passo con i tempi”.

Per D’Amato, dunque, la fine del commissariamento non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Ma resta comunque un traguardo per il quale l’assessore ha voluto ringraziare “coloro che, nelle loro vesti istituzionali, hanno accompagnato questo percorso, in questo caso soprattutto coloro che hanno svolto il ruolo di commissari e subcommissari”, e poi “il presidente Zingaretti e coloro che senza dubbio sono stati i principali protagonisti del risultato”, cioè “gli operatori del nostro Servizio sanitario regionale”, perché “sono sempre stati loro ad essersi fatti carico di una delle misure più pesanti imposte dal commissariamento”.

05 febbraio 2020
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