Elezioni Omceo Roma. L’Ordine è a guida personale o collettiva?
28 NOV -
Gentile Direttore,
in un periodo storico come questo che stiamo vivendo, in cui la società cambia rapidamente sotto i nostri occhi, non possiamo non prendere atto che anche la sanità sta subendo rilevanti cambiamenti. Cambiano le esigenze, i costi e soprattutto cambia il lavoro del medico. Anni fa ciò che si chiedeva al medico era visitare il paziente, fare una diagnosi e scegliere una terapia. Oggi, lo sappiamo bene, accanto a questo scopo comunque principale, il medico è chiamato a gestire altri aspetti della sanità.
Non solo. Grazie a internet e ai moderni mezzi di comunicazione, il paziente arriva dal medico quasi con la diagnosi già fatta (quel fenomeno comunemente conosciuto come Dr. Google), rendendo naturalmente più difficoltoso il compito degli operatori sanitari. A ciò si aggiungano i servizi giornalistici, spesso alla ricerca di uno scoop piuttosto che della verità, e questo mina sempre di più ciò che dovrebbe essere alla base del rapporto tra medico e paziente: la fiducia.
Il mondo è cambiato, insomma, ma gli Ordini sono ancora disciplinati dallo Statuto del 1946. La riforma è ancora ferma in Parlamento e, in ogni caso, è una riforma di impronta politica, che non entra nel merito delle vere problematiche della sanità moderna.
Gli Ordini sono posti a garanzia della prestazione professionale e a tutela della salute collettiva, ma per svolgere tali compiti al massimo delle proprie possibilità non possono rimanere fermi, devono evolversi, devono poter intervenire nella formazione dei propri iscritti, nella programmazione sanitaria, nella pubblicità, nella gestione del tariffario professionale. Il medico deve poter essere tutelato nei conflitti con i pazienti o con il datore di lavoro, nei momenti di fragilità e bisogno.
Una riforma è necessaria, ma non può essere solo statutaria. Sfide sempre maggiori e nuove richiedono che sia rivisto proprio il modo di concepire l’Ordine, che sia accentuata la sua formazione collettiva: è giusto, infatti, che vi sia una guida all’interno del Consiglio, ma un compito così importante non può e non deve essere messo completamente nelle mani di una unica persona.
Il gruppo di medici che si identifica nella sigla di “Medici Uniti” ha voluto dare un segnale importante ed unico in questo senso: la guida dell’Ordine di Roma sarà un lavoro collettivo e coordinato, il medico chiamato a svolgere il ruolo di Presidente sarà eletto dopo le elezioni, come previsto dallo Statuto che, se è vero che è ormai anacronistico sotto molti punti di vista, rimane comunque, anche dopo 70 anni, un lodevole esempio di democrazia.
D’altro canto, fino al settembre 2016 il Consiglio uscente ha partecipato attivamente alle decisioni, lavorando insieme al Presidente, che sapeva quanto fosse importante un lavoro di squadra.
Ed è proprio quell’idea che guida la lista “Medici Uniti”, che vuole trasformare l’Ordine dei medici nel primo riferimento per tutta la professione.
Il 2, 3 e 4 dicembre andiamo a votare. Decidere le sorti della nostra professione è nelle nostre mani, ogni voce conta, ogni persona vale e sono sicuro che i colleghi elettori sapranno fare la scelta migliore per il futuro.
Vi invito ad andare a votare scrivendo sulla scheda verde i nomi di tutti i candidati consiglieri e sulla scheda bianca i nomi dei candidati al collegio dei revisori dei conti.
Musa Awad
Presidente del Collegio dei revisori dei conti dell’Omceo e Consigliere del Comitato Centrale Fnomceo
28 novembre 2017
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