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Viterbo. Eseguito a Belcolle il primo trattamento endovascolaredell’ictus cerebrale

Il direttore dell’Uo di Diagnostica per immagini e radiologia interventistica, Enrico Pofi, evidenzia come questo trattamento salvavita sia stato finora praticato “solo in pochi centri nel Lazio, tutti concentrati a Roma”. Ora è diventato realtà anche al Belcolle “grazie all’apparecchiatura angiografica all’avanguardia e al personale medico, tecnico e infermieristico dedicato e specializzato”.

01 AGO - Presso l’unità operativa di Diagnostica per immagini e radiologia interventistica dell’ospedale di Belcolle, diretta da Enrico Pofi, nei giorni scorsi è stato eseguito in urgenza il primo trattamento endovascolare di rimozione di un trombo localizzato in una arteria del cervello.

L’intervento è stato realizzato dall’equipe di Radiologia interventistica, guidata da Mariano Ortenzi, composta dai dottori Fabrizio Chegai, Marco Nezzo e Fabio Coratella e supportata dal neurologo Nicola Falcone.

“La rapida rimozione del coagulo dal circolo cerebrale, mediante l’uso di piccoli cateteri – spiega Enrico Pofi -, ha permesso di evitare la comparsa di deficit neurologici permanenti. Questo tipo di trattamento salva vita è praticato attualmente solo in pochi centri nel Lazio, tutti concentrati a Roma. Esso rappresenta la migliore metodica di rivascolarizzazione nell’ictus cerebrale ischemico acuto ed è ora possibile all’ospedale di Belcolle grazie all’apparecchiatura angiografica all’avanguardia e al personale medico, tecnico e infermieristico dedicato e specializzato”.

La riuscita dell’intervento è stata resa possibile per la fondamentale collaborazione dei medici dei reparti di Neurologia, Rianimazione, Anestesia e Pronto soccorso.

“L’ictus ischemico cerebrale, causato dall’improvvisa chiusura di un vaso cerebrale per la presenza di un trombo o di un embolo – conclude Mariano Ortenzi -, rappresenta in Italia la terza causa di morte e la prima causa assoluta di disabilità. Riconoscere i sintomi dell’ictus e curarlo in tempo (entro 4 – 6 ore dall’insorgenza) può evitare danni permanenti quali paralisi, perdita della vista e della parola o anche morte del paziente. A oggi il trattamento di questa malattia è effettuato negli ospedali dove sono presenti le Stroke unit, mediante due procedure: la somministrazione di farmaci fibrinolitici per via endovenosa, in grado di sciogliere il trombo, somministrati da neurologici dedicati e la rimozione meccanica del trombo per via intrarteriosa, mediante tecniche innovative di radiologia interventistica”.

01 agosto 2017
© Riproduzione riservata

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