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Lazio. Consulta: “Riduzione budget sanità privata accreditata 2012 è costituzionale. Diritto alla Salute non compromesso”

Per i giudici “non vi è alcuna evidenza che il diritto alla salute dei cittadini sia inciso dalla norma”. Il famoso decreto Bondi (allora commissario per il piano di rientro) aveva visto negli ultimi 2 anni 18 ordinanze del Tar che avevano sollevato all’illegittimità costituzionale. LA SENTENZA

21 LUG - “Le riduzioni della spesa complessiva disposte dalla norma in esame sono relativamente esigue in termini percentuali e gravano esclusivamente sui contratti o sugli accordi vigenti nel 2012 per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. Nonostante esse si risolvano in una riduzione del volume annuo complessivo delle prestazioni erogabili da tali soggetti, non vi è alcuna evidenza che il diritto alla salute dei cittadini sia inciso dalla norma – considerata in sé o insieme a non meglio precisate misure anteriori evocate dal rimettente – al punto tale da comprimere il suo nucleo irriducibile, né che l’opera di bilanciamento perseguita dal legislatore, al fine di conseguire l’obiettivo di risparmio, abbia irragionevolmente commisurato la concreta attuazione del diritto alla salute alle risorse esistenti e al rispetto dei vincoli di bilancio pubblico”. Così si è espressa la Corte costituzionale in merito alle diciotto ordinanze, sei delle quali pronunciate il 27 febbraio 2014, sette pronunciate il 28 febbraio 2014 e cinque il 14 marzo 2014, con cui il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio ha sollevato plurime questioni di legittimità costituzionale dell’art. 15, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135.
 
Il caso. Le questioni sono sorte nel corso di giudizi promossi da soggetti che gestiscono strutture sanitarie accreditate dalla Regione Lazio per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e ospedaliera, al fine di ottenere l’annullamento del decreto, con il quale il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Lazio ha disposto che le previsioni di spesa per il 2012 delle prestazioni ospedaliere sono rideterminate in diminuzione nella misura del 6,8519 per cento.
 
“In definitiva – afferma la Consulta - , l’affermazione della possibilità che, a causa delle misure in esame, la funzionalità del SSN sia compromessa con conseguente pregiudizio del diritto alla salute dei cittadini si risolve in un’argomentazione meramente ipotetica che, appunto perché tale, è inidonea a dare consistenza alla censura”.

21 luglio 2016
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