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Accorpamento Asl romane. Si infiamma polemica tra Annao e Regione

Ieri il segretario laziale del sindacato aveva fortemente criticato la stessa ratio del provvedimento. Immediata la replica; “Accorpamento è irreversibile”. Ed ora la controreplica di Coen; “Pronti a ricorrere contro un provvedimento illegittimo”.

17 SET - L’Anaao Assomed laziale e la Regione sono ormai ai ferri corti. Sul tavolo il decreto di Zingaretti che ha deciso l’accorpamento delle Asl capitoline che passeranno dalle attuali 5 a 3. Come è noto, si chiameranno Roma 1 (ex ASL RM E ed A);   Roma 2 (ex ASL RM B e C) e Roma 3 (ex RM D).  
 
Una rivoluzione che l’Anaao del Lazio, per bocca del suo segretario  Guido Coen Tirelli, ha ieri bocciato senza appello definendola “la dimostrazione della totale incapacità di questa gestione regionale di dar luogo a progetti di riordino”.
 
Non si è fatta attendere la replica della Regione che in una nota definisce, "Il processo di fusione delle Asl irreversibile e legato a due esigenze indispensabili per salvaguardare il principio universalistico del sistema sanitario regionale e cioè migliorare l'uso delle risorse e rendere i servizi più efficienti”.
 
“Non a caso questo processo è centrale in tutta Italia - dice ancora la Regione - dalla Toscana alla Lombardia si riorganizza il sistema su una dimensione di aree vaste, e la nostra proposta contenuta nei Piani operativi, va nell'identica direzione. Con la fusione delle Asl si realizzano economie di scala importanti per contenere la spesa senza toccare o limitare i servizi perché si riducono doppioni organizzativi e funzionali, si riduce il carico burocratico così come le spese per gli affitti. Non si torna indietro, anzi si va avanti con la convinzione di chi sa di muoversi nelle direzione giusta. Dunque, appare singolare che da una organizzazione così importante come l'Anaoo-Assomed che ha sottoscritto con l'attuale amministrazione regionale protocolli sul precariato ed ha condiviso la progressiva uscita dal turn over, oggi vengano critiche su questo versante".
 
"Si può guardare a nuove politiche occupazionali con lo sblocco del turn over solo perché il sistema sanitario regionale ha ridotto gli sprechi e portato il disavanzo sotto il 5% - conclude la nota -. Diversamente non ci sarebbe stato alcun orizzonte di crescita e cambiamento. La fusione delle Asl è parte essenziale del percorso di risanamento avviato che non possiamo, né vogliamo interrompere".
 
Una risposta che Coen Tirelli oggi rispedisce al mittente lasciando poco spazio a possibili avvicimenti. “Cominciamo con il dire – scrive il segretario dell’Anaao Lazio - che la costituzione di Enti infraregionali con bilanci di oltre 2,3 miliardi di euro è decisione che richiede un intervento legislativo, e non decreti di piano di rientro, non collegabili a prerogative proprie ed esclusive del legislatore”.
 
“Se il disegno palesemente illegittimo della Regione di accorpare le ASL senza valutare i bisogni e le esigenze espresse dai Territori e dalle rappresentanze politiche e sociali degli stessi – aggiunge  - dovesse andare avanti ricorreremo in ogni competente sede per fermare il processo innescato”.
 
“Pare singolare che il Presidente della Regione che aveva fondato la sua campagna elettorale sulle politiche dell’ascolto dei territori e sulla democrazia partecipata – nota ancora Coen Tirelli - imponga decisioni prese a tavolino dai suoi collaboratori, nell’assoluto disinteresse per ogni valutazione sanitaria dei bisogni della popolazione”.
 
“Il comunicato della Regione invoca in modo incomprensibile il principio dell’ “universalismo” del SSR, mentre, fino ad ora si è, in realtà, ridotta l'erogazione dei servizi sanitari ai cittadini; si prendono a  paragone gli accorpamenti fatti in alcune regioni su basi totalmente diverse, in realtà di dimensioni immensamente più piccole; si parla di “doppioni” come se le ASL non fossero appena state riordinate e snellite solo un paio di mesi fa, azzerando migliaia di reparti clinici, essenziali per i cittadini”, aggiunge ancora il leader sindacale.
 
“Ciò che preoccupa di più – conclude - è il tono di minaccia circa la proterva volontà di andare avanti verso la negazione del diritto costituzionale all’assistenza per i cittadini del Lazio. Alle minacce reagiremo con i metodi ed i toni giusti ricercando le alleanze con le forze sociali e con le rappresentanze dei malati. I medici del S.S.R. assicurano i cittadini che il “partito della salute” si rafforzerà e combatterà in ogni sede perché siano garantiti i servizi e preservata "universalmente"  la salute di tutti”.

17 settembre 2015
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