Lazio. Autista del 118 ha un infarto mentre guida ambulanza. Ma porta comunque in ospedale la sua paziente. Cgil: “Condizioni di lavoro ormai intollerabili”
Massimiliano Ceci aveva appena preso in carico a Cerveteri un'anziana 91enne con codice rosso. Colto da un malore, è riuscito ugualmente ad arrivare al Pronto soccorso di Civitavcchia dove a sua volta è stato ricoverato dopo un arresto cardiaco. Il sindacato sottolinea: “Se fossero stati in 3 in squadra, invece che in 2, avrebbe avuto qualcuno in grado di soccorrerlo, dato che il collega in vettura aveva già un paziente di cui occuparsi”.
26 GIU - Stava guidando l’ambulanza per trasportare al Pronto soccorso un’anziana signora di 91 anni appena presa in carico a Cerveteri per un problema cerebrale da codice rosso, quando è stato colto dai sintomi di un infarto. Nonostante il malore, è riuscito a guidare fino a Civitavcchia dove a sua volta è stato ricoverato temporaneamente dopo un arresto cardiaco, per poi essere trasferito al Santo Spirito.
Massimiliano Ceci, un operatore dell'Ares 118 in servizio da 27 anni, è così salito alla ribalta delle cronache il suo gesto eroico. Decisivo anche il contributo del collega
Dario Mastrodonato, che assisteva la donna sulla lettiga.
“Adesso si trova in terapia subintensiva – racconta una nota della
Fp Cgil, a cui è legato da anni - Gli facciamo un sentito in bocca a lupo, augurandogli pronta guarigione. Poteva fermarsi, chiedere a sua volta soccorso. Non lo ha fatto e ha voluto completare il suo lavoro nonostante i rischi a cui andava incontro. È un fatto che merita di essere valorizzato dall'Ares 118 e dalla Regione Lazio, e che dovrà essere tenuto a mente quando Massimiliano sarà in grado di tornare a lavorare”.
Il sindacato sottolinea inoltre che “Ceci è soprattutto un servitore dello Stato, che da anni sopporta con tutti i suoi colleghi condizioni di lavoro intollerabili. Se, come diciamo sempre, fossero stati in 3 in squadra, invece che in 2, avrebbe avuto qualcuno in grado di soccorrerlo, dato che il collega in vettura aveva già un paziente di cui occuparsi”.
26 giugno 2015
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