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Pnrr. D’Amato presenta gli interventi per la Asl di Viterbo

Risorse pari a 32,9 milioni per l’attivazione di 5 Coa, 12 Case della comunità e 4 Ospedali di comunità. E poi, digitalizzazione dei percorsi di presa in carico e l’acquisto di 21 nuove apparecchiature di ultima generazione. Per la Dg Donetti un nuovo passo avanti per “un sistema nel quale le parole chiave sono ‘prossimità, proattività e sicurezza delle cure’”.

10 GEN - Attivazione di 5 Centrali operative territoriali, di 12 Case della comunità, di 4 Ospedali di comunità, l’adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera con l’acquisto di 21 nuove apparecchiature di ultima generazione. Questo, in sintesi, il piano di riorganizzazione che sarà finanziato dalla Regione Lazio con 32,9 milioni di euro pianificati per i primi investimenti del PNRR e del piano nazionale investimenti complementari al PNRR nella provincia di Viterbo. Gli interventi sono stati presentati questa mattina dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e dal direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti.
 
L’iniziativa promossa dalla Regione Lazio ha messo in evidenza come cambierà e si evolverà il sistema sanitario locale. L’investimento fa parte del più ampio piano riorganizzativo della sanità laziale che vede impegnati 700 milioni di euro fino al 2026.
 
Grazie ai fondi del PNRR la presenza di presidi sanitari sul territorio si moltiplicherà. “Infatti - si legge una nota della Asl di Viterbo che commenta gli interventi previsti - con le Case e gli Ospedali di Comunità sarà più immediata la risposta ai bisogni di cura espressi dal territorio. Inoltre, l’ampliamento e l’ammodernamento del parco tecnologico migliorerà la qualità delle cure negli ospedali, permettendo anche di aumentare il numero di esami che possono essere effettuati. Infine, l’imponente piano di edilizia sanitaria contribuirà a rendere le strutture sanitarie più belle e più sicure. Quella che si va delineando è una completa riorganizzazione delle strutture sanitarie intermedie e delle reti territoriali in una logica di prossimità, multidisciplinarità e multi-professionalità”.

Con il PNRR e gli altri fondi che la Regione Lazio ha investito nel corso degli ultimi 9 anni si completerà la nuova rete territoriale, per dare vita a una sempre più forte ed efficace integrazione tra la rete ospedaliera aziendale e quella territoriale, attraverso la presenza di strutture intermedie e tecnologie avanzate in grado di rispondere ad ogni esigenza di cura. Le Case della Comunità, ricorda la nota della Asl di Viterbo, sono strutture sanitarie territoriali, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare (tipo Case della Salute). Il cittadino può trovare tutti i servizi sanitari di base, il Medico di Medicina Generale e il Pediatria, gli specialisti ambulatoriali e altri professionisti (logopedisti, fisioterapisti, tecnici della riabilitazione). Le Centrali Operative territoriali (COT) sono hub tecnologicamente avanzati per la presa in carico del cittadino e per il raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza. Gli Ospedali di Comunità sono strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve e destinati a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Sono strutture intermedie tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati di 20 posti letto (max. 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica.

“Grazie alle opportunità messe in campo dal PNRR – commenta il direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti –, oggi abbiamo presentato alle istituzioni e alla comunità, della quale siamo parte integrante come azienda, l’evoluzione del percorso di costruzione della nuova rete territoriale della Tuscia, già avviato grazie a numerosi finanziamenti erogati negli anni dalla Regione Lazio. Un sistema nel quale le parole chiave sono ‘prossimità, proattività e sicurezza delle cure’, al fine di porre in essere una sempre più forte ed efficace integrazione tra la rete ospedaliera aziendale e quella territoriale, attraverso la presenza di strutture intermedie: dalle reti integrate specialistiche di prossimità (Risp) alle case e agli ospedali di comunità. In questo quadro di riferimento, le USCAT, l’ecosistema digitale nella logica dell’e- health, le reti cliniche, i centri clinici e i percorsi integrati di cura, svolgeranno il ruolo di strumento attivo delle Centrali operative e indicheranno le tecniche di funzionamento”.

Per quanto riguarda, invece, gli strumenti di programmazione e di governance dell’offerta di salute, “si rivelerà determinante  - secondo Donetti - il percorso, che abbiamo già intrapreso da anni e che consolideremo in futuro, di stratificazione del livello di rischio e di classificazione del bisogno di salute. Il punto di arrivo negli obiettivi di salute sarà la definizione di Progetti individuali di salute (PRIS) e del Budget di salute. Progetti che abbiamo già presentato nel recente convegno nazionale ‘La casa come primo luogo di cura’, che si è svolto lo scorso 10 novembre a Viterbo. Intendiamo perseguire questi obiettivi con un utilizzo delle risorse che punti rigorosamente alla qualità progettuale, al rispetto dei tempi e alla sostenibilità”.

10 gennaio 2022
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