Fnopo: “Governo investa su modelli di cura ostetrica per garantire il diritto alla salute delle donne anche durante la pandemia”
Le ostetriche: “L’emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando mette in luce come accanto alla grave pressione sui pronto soccorso e sulle terapie intensive, ci sono ripercussioni altrettanto gravi sui servizi dell’area materno infantile e ostetrico-ginecologica”.
13 NOV - “Com’era prevedibile, purtroppo, iniziano a essere evidenti e registrati gli effetti negativi della pandemia da Covid-19 sulla salute delle donne, sull’andamento delle nascite o meglio, come evidenziato dallo
studio condotto dal team del professore Mario De Curtis dell'Università Sapienza di Roma (pubblicato su Archives Disease in Childhood), sul numero dei nati morti che nella regione Lazio è triplicato durante il lockdown nazionale (misura di contenimento dei contagi Covid-19 messa in atto dal Governo) e contemporaneamente anche sulle difficoltà di accesso delle donne al servizio di interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/1978) messi in luce da articoli di approfondimento”. È quanto affermano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica.
“L’emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando mette in luce come accanto alla grave pressione sui pronto soccorso e sulle terapie intensive, ci sono ripercussioni altrettanto gravi sui servizi dell’area materno infantile e ostetrico-ginecologica. La salute delle donne e dei nascituri è fortemente messa a rischio a causa di una concatenazione di fattori: criticità dei servizi territoriali quali ad esempio i consultori familiari che negli ultimi decenni sono stati svuotati della presenza del personale ostetrico (si veda l’ultimo Rapporto ISS del dicembre 2019) sottraendo di fatto un importante presidio per la tutela della salute femminile dalla prevenzione, alla presa in carico del percorso perinatale e anche il servizio di IVG; le carenze storiche degli ospedali che hanno subìto forti tagli nelle risorse e contrazione del personale, fino ad arrivare alla stretta operata sulle prestazioni ambulatoriali per dar spazio all’assistenza dei pazienti Covid. Prestazioni che nel percorso nascita sono però insopprimibili e inderogabili”, spiegano le componenti del Comitato centrale FNOPO -.
La Federazione delle ostetriche ribadisce “la necessità e l’urgenza di interventi mirati da attuare nell’area materno infantile e in quella ostetrico-ginecologica, e oggi lo confermano i numeri dello studio dell’Università Sapienza, il quale evidenzia come nella regione Lazio sia triplicato il numero dei nati morti durante il lockdown nazionale, e gli appelli delle donne per il riconoscimento del loro diritto alle cure. Non si può più attendere. Le donne non hanno fatto la scelta di non eseguire più controlli durante la gravidanza. Oltre ai comprensibili timori di possibili contagi, vi è stata anche la difficoltà di afferire a servizi che spesso sono andati in tilt o per i quali l’accesso era oggettivamente difficoltoso. Difficoltà che ha riguardato anche l’accesso all’interruzione di gravidanza, che come riportato da diversi articoli, spesso ha dovuto fare i conti con estreme difficoltà da parte delle donne a potervi fare ricorso.”
La FNOPO ha portato all’attenzione dei decisori nazionali e regionali diverse proposte per “fronteggiare con urgenza la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale, attraverso modelli riconosciuti dalla letteratura nazionale e internazionale, per una Medicina d’iniziativa e di prossimità. Tali misure consentono una presa in carico integrata di donne e minori da parte dell’ostetrica di famiglia e di comunità, supportando una platea di popolazione che spesso rimane esclusa dai servizi socio sanitari, in particolare nelle aree a scarsità di risorse e nei territori lasciati vuoti a seguito della chiusura dei piccoli Punti nascita. È necessaria l’implementazione delle Linee di indirizzo sul Basso Rischio Ostetrico (BRO) emanate dal ministero della Salute nel 2017, con il potenziamento del personale ostetrico affinché, insieme a quello di supporto specificamente formato, possano gestire in autonomia le gravidanze a basso rischio, a vantaggio della salute delle donne, in termini di qualità e sicurezza delle cure. Inoltre, i consultori devono trovare nuova centralità poiché, quando sono messi in condizioni di funzionare, hanno dimostrato di raccogliere un alto indice di soddisfazione delle donne anche per la protezione, promozione e sostegno dell’allattamento materno”.
“Infine – concludono le rappresentanti nazionali della categoria ostetrica – si ricorda che è dovere della politica la tutela della salute delle donne e il rispetto dei loro diritti. Pertanto, la FNOPO auspica che vi sia maggiore attenzione e una risposta pronta da parte del Governo, attraverso politiche che tutelino sia la maternità (l’Italia continua a essere Paese maglia nera per numero di nascite costantemente in declino e per il ricorso inappropriato al Taglio cesareo) e anche il diritto a ricorrere a una interruzione di gravidanza che deve essere garantito dalle direzioni aziendali delle strutture pubbliche prevedendo che vi sia sempre in servizio personale medico e ostetrico non obiettore”.
13 novembre 2020
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