Coronavirus. Fadoi: “Su test sierologici ora passare da parole ai fatti”
La Federazione dei medici internisti rilancia il suo appello per far partire screening sierologici e tamponi per rilevare sia lo stato di diffusione della infezione virale, sia la risposta anticorpale nella popolazione sanitaria e in quella generale.
16 APR - “Fare bene, fare presto e fare tanto”. È quello che chiede la Federazione dei medici internisti ospedalieri FADOI su screening sierologici e tamponi per rilevare sia lo stato di diffusione della infezione virale, sia la risposta anticorpale nella popolazione sanitaria e in quella generale.
“Siamo soddisfatti nel vedere come il nostro
appello ad avviare campagne di screening fra gli operatori sanitari, sostenuto da 40 società scientifiche e dal viceministro alla Salute,
Pierpaolo Sileri, sia stato accolto dalle istituzioni politiche nazionali e regionali, ma ora occorre passare dai buoni propositi ai fatti, perché i test sono un tassello fondamentale della rete di sicurezza che deve accompagnare la fase di ripartenza della nostra economia”, commenta il Presidente FADOI,
Dario Manfellotto.
“Condividiamo in tal senso – prosegue Manfellotto - la proposta fatta dal Professor Burioni e da altre Associazioni e Società scientifiche di eseguire un altissimo numero di test nella popolazione. Noi siamo convinti che una mappatura virologica del Paese effettuata con lo “scanner” dei test molecolari e sierologici sia l’unico modo per comprendere lo stato attuale dell’epidemia e la storia naturale dell’infezione virale e per riaprire in sicurezza ospedali, scuole, uffici, aziende. Solo così potremo finalmente voltare pagina e passare alla famosa Fase 2”.
16 aprile 2020
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