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Coronavirus. Anelli (Fnomceo): “Servono linee guida univoche per i medici di famiglia sull’utilizzo delle terapie sul territorio”


“Sempre più pazienti con Covid-19 sono gestiti al loro domicilio - spiega Anelli - si tratta dei cosiddetti paucisintomatici, con un quadro clinico non grave. In alcune zone più in difficoltà, come la Lombardia, questo vale anche per pazienti in condizioni più critiche, anche con polmonite sino a che questa non compromette in modo significativo l’ossigenazione del sangue”. “Per questo è fondamentale che i medici di medicina generale abbiano indicazioni univoche su quali siano, secondo le più aggiornate evidenze scientifiche, i protocolli terapeutici da seguire”.

23 MAR - “Linee guida univoche, da fornire ai Medici di Medicina Generale, per l’utilizzo anche sul territorio delle terapie contro il Covid-19”

A chiederle, il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che scriverà in proposito una lettera formale al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a quello del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, e al Presidente e Direttore dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, Domenico Mantoan e Nicola Magrini.

“Sempre più pazienti con Covid-19 sono gestiti al loro domicilio - spiega Anelli - si tratta, ovunque, dei cosiddetti paucisintomatici, con un quadro clinico non grave. In alcune zone più in difficoltà, come la Lombardia, questo vale anche per pazienti in condizioni più critiche, anche con polmonite sino a che questa non compromette in modo significativo l’ossigenazione del sangue”.

“Per questo è fondamentale che i medici di medicina generale abbiano indicazioni univoche su quali siano, secondo le più aggiornate evidenze scientifiche, i protocolli terapeutici da seguire sul territorio, sul modello di quanto ha fatto, il 19 marzo, il Governo inglese – continua – in Italia, invece, sino ad ora le uniche linee guida per i medici di medicina generale sono quelle lasciate all’iniziativa e responsabilità di alcune Società scientifiche, come la Simit, la Società di Malattie Infettive e Tropicali, che però risalgono al 1° marzo e potrebbero, in certi punti, essere già superate.
Chiediamo quindi all’Istituto Superiore di Sanità di aggiornare e validare quelle già esistenti o, in alternativa, di stendere, in tempi rapidissimi, nuove linee guida valide su tutto il territorio nazionale”.
 
Altra questione fondamentale è quella dei protocolli diagnostici: se i pazienti sono tenuti a casa sino a che la concentrazione di ossigeno nel sangue scende sotto una certa soglia, è assolutamente indispensabile dotare tutti i medici di medicina generale di un adeguato numero di saturimetri per monitorare in tempo reale i pazienti domiciliati – aggiunge ancora Anelli -. Supportiamo senz’altro la richiesta già messa in campo dal Segretario Generale della Fimmg, la Federazione italiana dei Medici di Medicina Generale, Silvestro Scotti e dal presidente nazionale del SIS118 Mario Balzanelli: bisogna fornire il saturimetro a casa a chi è in isolamento, per l’automonitoraggio e la comunicazione dei dati al medico in teleconsulto. Come Scotti ha ben rilevato, con il saturimetro, il controllo della febbre e del respiro si tengono le persone lontano dagli ospedali”.
 
“Occorre valorizzare, in questo momento in cui l’epidemia mette a rischio la tenuta stessa del Servizio sanitario nazionale, il ruolo specifico e prezioso che le diverse componenti della Professione medica, e quello che le altre professioni sanitarie, possono avere per la miglior gestione del singolo paziente in un’ottica di sanità pubblica – conclude -.
Facciamo quindi nostra la proposta contenuta nella mozione conclusiva dell’ultimo Consiglio nazionale Fimmg: utilizzare parte del fondo di 235 milioni di euro, previsto dalla Legge di Bilancio per dotare i medici di medicina generale della strumentazione per la diagnostica di primo livello, per acquistare i saturimetri da fornire ai pazienti domiciliati, in modo da poterli monitorare anche in teleconsulto”
 

23 marzo 2020
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