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Medici dell’emergenza italiani come in guerra. La denuncia dell’Anaao


“Con una popolazione medica ridotta all’osso, di età media elevata non c’è più tempo di attendere: occorrono decisioni urgenti per consentire di lavorare con dignità senza rischiare di morire nello stesso ospedale dove si cerca di curare gli altri cittadini”, sottolinea la Commissione emergenza-urgenza del sindacato.

05 GIU - “Se a volte per portare le cure si rischia la vita, è concepibile ed accettato lavorando in zone di guerra, in corso di catastrofi naturali, non lo è altrettanto se accade in una “normale” condizione di lavoro, in ospedale ad esempio”, lo scrive la Commissione Emergenza-Urgenza Anaao Assomed che ricorda la notizia di “un Collega colto da infarto, durante il servizio in un Pronto Soccorso a Salerno, ed ora in gravi condizioni, vittima, come tanti, di  turni incessanti e ripetuti”.
 
 
“Se l’OMS ha da poco definito lo “stress da lavoro” come possibile causa di malattia: il lavoro di medici e sanitari, specie operanti nell’area emergenza – scrive ancora la Commissione Anaao - aggiunge allo stress insito nel tipo di prestazione, anche lo stress da privazione di riposo e di normali relazioni umane, stante la grave carenza di personale”.
 
 
“La letteratura scientifica, d’altronde – sottolineano gli esperti della Commissione -  evidenzia come la disorganizzazione, il ridotto benessere lavorativo e il burnout (tutti drammaticamente presenti nei Pronto Soccorso), si sommano in un cocktail fatale, aumentando il rischio clinico”.
 
 
“Sarà più difficile per chi ha responsabilità del governo della santità regionale e nazionale, sottrarsi alla responsabilità dei danni causati alla salute degli operatori, ora che lo stress è riconosciuto come malattia”, scrivono ancora.
 
 
“Non sarebbe neanche stato necessario attendere l’OMS – aggiungono - sarebbe bastato ascoltare gli appelli lanciati infinite volte dalle organizzazioni sindacali, dagli ordini dei medici; sarebbe bastato avere attenzione su quanto anche i media hanno riportato sul grave disagio lavorativo ed umano degli operatori sanitari, in particolare dell’area emergenza”.
 
 
E per la Commissione dell’Anaao è “anche questo è il motivo per cui i giovani medici decidono di non intraprendere la strada dell'emergenza, scegliendo altre specializzazioni e lasciano deserti i concorsi per i Pronto Soccorso”.
 
 
“Sarebbe tempo – sottolineano - che gli organi di governo considerassero, ad esempio, una delle proposte della Commissione Emergenza Anaao Assomed per attenuare lo stress lavoro correlato: un periodo di congedo maggiorato non frazionabile, specifico per gli operatori dell’Emergenza”.
 
“Con una popolazione medica ridotta all’osso, di età media elevata non c’è più tempo di attendere: occorrono decisioni urgenti per consentire di lavorare con dignità senza rischiare di morire nello stesso ospedale dove si cerca di curare gli altri cittadini”, concludono.

05 giugno 2019
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