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Il 27 marzo gli Stati Generali dei Giovani medici della Fnomceo


L’evento vedrà la partecipazione delle sigle maggiormente rappresentative del mondo medico “under 45”. Anelli: “Ascoltare e comprendere, attingendo alle testimonianze ed esperienze di quanti sono direttamente coinvolti nelle dinamiche della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro”.

19 MAR - “Sono la prima generazione di medici che non ha mai conosciuto il paternalismo nella relazione di cura, che dà per assodata la femminilizzazione della professione, che è costituita quasi completamente da ‘nativi digitali’ e può quindi sfruttare appieno le prospettive delle nuove tecnologie in medicina. Sono anche la generazione che ha dovuto fare i conti con l’imbuto formativo, e poi con il blocco del turnover, con il precariato, con la carenza di personale, con i turni impossibili, con la ‘medicina amministrata’”.
 
Il 27 marzo, dalle 10 alle 16, si incontreranno a Roma, presso la sede Enpam di Via Torino 38, in un grande evento promosso, nell’ambito degli Stati Generali, dall’Osservatorio Giovani Professionisti della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), con il pieno sostegno del Comitato Centrale, e che vedrà coinvolte anche le sigle maggiormente rappresentative del mondo medico “under 45”, sia per la medicina generale che per quella specialistica e per l’odontoiatria, insieme ai rappresentanti dei medici in formazione dell’Osservatorio del MIUR e delle Regioni, e a quelli del Consiglio nazionale degli Studenti Universitari. Emblematico il titolo: “Stati generali del giovane medico: la Fnomceo all’ascolto”.
 
“In un momento storico in cui, sin troppo spesso, certi proclami sono costruiti più per esercitare un facile appeal anche mediatico che per rispondere a reali esigenze – commenta il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – abbiamo ritenuto un segno distintivo quello di ascoltare e comprendere, attingendo alle testimonianze ed esperienze di quanti sono direttamente coinvolti nelle dinamiche della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche alle risorse di chi guarda il mondo, e quindi la professione, con occhi nuovi”.
 
Si parlerà, dunque, sicuramente di formazione, specifica e specialistica, dell’ingravescente criticità dell’imbuto formativo, della sostenibilità di un sistema sanitario pubblico ed universalistico, delle possibili ricadute di un regionalismo differenziato. Ma si affronteranno soprattutto le nuove prospettive con le quali il medico si trova a confrontarsi: l’evoluzione della relazione di cura, intesa oggi come incontro e garanzia di diritti; l’intelligenza artificiale e la medicina potenziativa; il risk management; i rapporti con le altre professioni, nel segno della valorizzazione delle competenze specifiche.     
 
“Le criticità che, nonostante i molteplici allarmi diffusi in passato, anche dalla FNOMCeO, oggi si stanno manifestando in tutta la loro gravità – chiosa Alessandro Bonsignore, Coordinatore dell’Osservatorio Giovani Professionisti – non possono e non devono lasciare il campo a soluzioni “cosmetiche”, non sostenute da una valutazione approfondita, non solo delle premesse numeriche su cui insistono, ma anche degli effetti di medio e lungo periodo. La scelta inclusiva dell’Osservatorio Giovani di interfacciarsi con chi affronta le medesime tematiche, ascoltando e comprendendo punti di vista che possono a volte essere diversi, ha comunque alcuni capisaldi inamovibili, come la valorizzazione e la certificazione delle competenze, e la preoccupazione verso soluzioni alternative che non prevedano un percorso formativo, vere e proprie ‘sanatorie’, come quella ventilata per la possibilità di accesso ai Pronto Soccorso in crisi di personale, capaci di sacrificare, sull’altare dell’urgenza, la credibilità stessa della formazione”.
 
“Non serve stravolgere la formazione o i meccanismi di accesso ai percorsi formativi stessi oltre che al mondo del lavoro – conclude Alessandro Conte, che dell’Osservatorio è vice-Coordinatore -, serve rendere trasparente e funzionante quello che già esiste, attivando percorsi di certificazione in cui il controllato non sia più controllore di se stesso, senza cedere al fascino subdolo di soluzioni estemporanee, che possono magari creare un momentaneo consenso tra pochi, ma di certo non valorizzano il sistema sanitario ed i medici, di oggi e di domani”.

19 marzo 2019
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