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Medici pronti alla protesta. “Condizioni di lavoro sempre peggiori”


I sindacati chiedono a Governo e Regioni risposte a “legittime e reiterate richieste” e sono pronti a dichiarare “lo stato di agitazione” contro le condizioni di lavoro “sempre più gravose e rischiose” e il timore che il Patto per la Salute diventi un “puro regolamento di conti”.

30 GEN - Denunciano “il peggioramento delle condizioni di lavoro, sempre più gravose e rischiose, la ricorrente invadenza legislativa che rischia di limitare la autonomia professionale, l’attacco alle casse previdenziali, l’assenza di volontà di separare politica e carriere professionali”. È quanto si legge in una nota dell’intersindacale sottoscritta di 15 organizzazioni sindacali di medici, veterinari, dirigenti sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi dipendenti e convenzionati con il Ssn e della ospedalità privata, “preoccupate per la fase recessiva del Paese e della Sanità, oggetto di un definanziamento che ne mina la sostenibilità in tutte le Regioni” e che aumenta “l’insoddisfazione e il malessere” di medici.

Per questo le organizzazioni sindacali di categoria tornano a chiedere ascolto a Governo e Regioni e annunciano di essere pronte a dichiarare lo stato di agitazione per avere risposte “a legittime e reiterate richieste” e per “continuare ad assicurare ai cittadini la qualità dei servizi sanitari”.
“La crisi del sistema sanitario – si legge inoltre nella nota dell’intersindacale - rende non più rinviabile un nuovo Patto sociale con i professionisti senza il quale anche il nuovo patto per la Salute finirà con il tradursi in un puro ‘“regolamento di conti’, costringendo il sistema a rincorrere le varie manovre economiche con grave danno per i cittadini e senza speranza di continuare a garantire equità e universalismo”.
 
Le organizzazioni sindacali chiedono inoltre provvedimenti che:
-       migliorino le condizioni di lavoro, intervenendo sul blocco del turnover, sul rispetto dell’orario di lavoro e dei periodi di riposo, sull’obbligo di sostituzione delle assenze per gravidanza;
-       impediscano il continuo ricorso ai contratti atipici, stabilizzando gli attuali precari;
-       recuperino le prerogative contrattuali a livello aziendale;
-       garantiscano il diritto alla libera professione, con le modalità di cui all’Accordo Stato-Regioni del 2010;
-       restituiscano certezza al sistema di valutazione professionale, destabilizzato dalle manovre economiche.

“E’ urgente – continuano i sindacati - anche un atto legislativo che, a partire dalla definizione dell’atto medico, intervenga in tema di responsabilità professionale di fronte al crescere del contenzioso, alimentato da comportamenti opportunistici, da carenze organizzative e strutturali, da incaute norme legislative”.

“Le manovre economiche 2010-2011 – concludono - hanno fatto cassa con le buste paga dei soliti noti ed il decreto salva-Italia ha elevato di sei anni l’asticella dell’età di quiescenza senza tenere conto delle caratteristiche del lavoro sanitario, in alcuni settori particolarmente usurante. Penalizzazioni non previste nei confronti del lavoro privato”.  
 

30 gennaio 2012
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