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Liberalizzazioni. Farmacie rurali: "E' un decreto blocca-Italia"


Per il presidente del Sunifar, Aldredo Orlandi, nel decreto ci sono “molti punti impugnabili” che daranno il via a "moltissimi ricorsi amministrativi". “Il timore è che tutto questo sia stato fatto nell'ottica futura di bloccare il sistema farmaceutico per motivare l'uscita della ricetta medica dalla farmacia".

26 GEN - "Così com'è scritto è un decreto già morto: i ricorsi amministrativi bloccheranno tutto". Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar, il sindacato unitario dei farmacisti rurali, interviene nel dibattito sulle liberalizzazioni sottolineando le criticità delle misure. "Sembra un decreto legge fatto per non fare, tanti sono i possibili punti impugnabili e poco chiari che certamente daranno luogo a moltissimi ricorsi di tipo amministrativo". "Come si può pensare - chiede Orlandi - che le Regioni riescano ad aggiornare in soli sei mesi le piante organiche, mettere in piedi i concorsi, espletarli e assegnare le sedi? Il timore è che tutto questo sia stato fatto nell'ottica futura di bloccare il sistema farmaceutico per motivare l'uscita della ricetta medica dalla farmacia".

"Si aspettavano almeno procedure di nuovi concorsi snelle e meno burocrazia, invece nulla di tutto ciò emerge dal decreto – rileva il presidente del sindacato dei farmacisti rurali, secondo il quale “siamo utili quando assicuriamo un servizio da 'servitori dello Stato', poi inascoltati e messi da parte quando spirano venti liberisti, in ossequio al profitto dei poteri forti”. Se liberalizzazione deve essere, allora “si proponga una vera liberalizzazione che abbia come unica regola quella del mercato, laddove i prezzi liberi non siano solo quelli di vendita, ma anche quelli di acquisto. Una liberalizzazione che permetta al farmacista rurale di spostarsi nelle zone più redditizie e non essere costretto da altre regole a restare nei piccoli centri. E se gli orari devono essere liberi, lo siano anche i turni di servizio, che tra l'altro sono un regalo dei farmacisti alla collettività".

"Se questo potrà risolvere i problemi dell'Italia e rasserenare le associazioni dei consumatori allora benvenga - conclude il presidente Sunifar - ma noi preferiremmo che gli italiani non fossero trattati solo come consumatori nel momento in cui hanno bisogno di farmaci. Andando avanti di questo passo dovremo essere abili 'risparmiatori' perché abbiamo capito che nel prossimo futuro potremo curarci solo se potremmo permetterci le cure, pagando di tasca nostra".

 

26 gennaio 2012
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