Responsabilità professionale e nuovi Lea. Ecco cosa cambia per la medicina legale
di Raffaele Zinno (Simsla)
Finalmente saranno riconosciute “ope legis” le peculiarità delle competenze degli specialisti in medicina legale nelle ctu, nelle attività di risk management e nel SSN. E poi ci sono i nuovi Lea con l’implementazione delle attività medico-legali delle Asl. Ma il nostro lavoro non si ferma qui
15 GEN - Finalmente, in tempi brevi, saranno riconosciute “ope legis” le peculiarità delle competenze degli specialisti in medicina legale nelle ctu, nelle attività di risk management e nel SSN. Queste le conseguenze più rilevanti per i medici legali introdotti dal DDL sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure, approvato dal Senato e che, con la sua approvazione definitiva alla Camera, dovrebbe diventare legge dello Stato entro un mese, a meno di apocalittici eventi.
Le novità più importanti sono introdotte dagli artt. 15 e 16.
Il comma 1 dell’art. 15 prevede che “Nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l'autorità giudiziaria affida l'espletamento della consulenza tecnica e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti nella disciplina ...”. Il comma 2 dell’art. 16, invece, prevede una sostanziale modifica dell'articolo 1, comma 540, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, riconoscendo finalmente anche agli specialisti in medicina legale le competenze necessarie nelle attività di gestione del rischio clinico, ambito fino ad oggi riservato esclusivamente ad altre discipline. In pratica l'articolo 1, comma 540, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 viene così modificato: “L'attività di gestione del rischio sanitario è coordinata da personale medico dotato delle specializzazioni in igiene, epidemiologia, in medicina legale ovvero da personale dipendente con adeguata formazione e comprovata esperienza almeno triennale nel settore”.
E’ di tutta evidenza che tale novella legislativa avrà molteplici conseguenze positive per la nostra specialità.
Prima tra tutte la fine dell’“abusivismo medico-legale”, quantomeno, per il momento, nell’ambito della responsabilità professionale. Di non secondaria importanza, inoltre, l’aumento degli spazi occupazionali riservati ai medici legali in qualità di risk manager nelle strutture pubbliche.
Ma l’aspetto più importante è che il Legislatore ha finalmente riconosciuto al medico legale quell’esclusivo, naturale ruolo di garanzia dei diritti e, per questa via, ha inteso tutelare in primis i cittadini, ma anche i medici ed i Giudici, con l’obiettivo di assicurare a tutti i protagonisti a vario titolo coinvolti nell’intero iter giudiziario la presenza di un professionista terzo e qualificato.
Entro un mese, quindi, il riconoscimento giuridico del ruolo medico legale, obiettivo inseguito senza esito per decenni dalle più svariate associazioni medico-legali, sarà realtà grazie soprattutto al costante impegno ed alla incessante attività di valorizzazione della disciplina operata dal Sismla.
Certamente non è stato facile, certamente non è bastato scrivere una sola lettera ad un parlamentare per ottenere un simile traguardo. Se fosse stato così semplice si sarebbe arrivati a tale risultato già molto tempo fa. Si è trattato, invece, di un percorso lungo, durato diversi anni, iniziato nel 2010 a Catania e svoltosi in sinergia con Comlas e Federsanità Anci.
Un percorso che con il Congresso Sismla-Comlas del 2013 a Bologna ha trovato uno slancio decisivo. Da allora, infatti, si sono avvicendati diversi seminari ed audizioni in Parlamento, numerosi confronti con tutti gli stakeholders ed incontri con le diverse rappresentanze politiche. Significativa, ai fini del raggiungimento del risultato, è stata anche la nomina del sottoscritto come componente della Commissione Ministeriale sulla medicina difensiva.
Un successo del Sismla? Certamente. Ma il successo vero è stato del processo unitario partito da Catania nel 2010.
L’obiettivo che ci eravamo prefissati non è stato ancora pienamente raggiunto e non lo sarà neanche dopo l’approvazione della norma, poiché lavoreremo affinché le innumerevoli problematiche che attanagliano la nostra disciplina trovino adeguate risposte, come ad esempio l’annosa questione degli onorari, che resta uno dei nostri obiettivi prioritari. Ci stiamo lavorando, cercando di risolvere anche il problema degli onorari collegiali di cui all’art.15 del DDL Gelli.
Un’altra importante novità per la nostra specialità è l’implementazione delle attività medico-legali delle AASSLL prevista dai nuovi LEA, che prevedono:
- Accertamenti e attività certificativa medico legale nell’ambito della disabilità.
- Accertamenti medico legali per il riconoscimento della invalidità, cecità e sordità civili.
- Accertamenti medico legali ai fini del riconoscimento della condizione di handicap (legge n. 104/1992).
- Accertamenti medico legali ai fini del collocamento mirato al lavoro delle persone con disabilità (ex legge n. 68/1999).
- Pareri medico-legali su richiesta di pubblica amministrazione in applicazione di norme e regolamenti (incluse le prestazioni diagnostiche necessarie per il loro rilascio).
- Attività ex legge n. 210/1992, e s.m.i.
- Certificazioni in merito a riconoscimenti di benefici di legge alle persone con disabilità (es. gravi patologie in trattamento invalidante, esonero tasse automobilistiche, etc.) e certificazioni per rilascio del contrassegno a persone con disabilità che riduce sensibilmente la deambulazione (ai sensi dei principi generali e delle finalità della legge 5 febbraio 1992, n. 104), anche quando rilasciate contestualmente all’accertamento dell’invalidità, disabilità o handicap.
- Certificazioni di idoneità all’affidamento e all’adozione di minori.
- Pareri in materia di trapianti (es. trapianto con organo donato da
Vivente).
- Pareri per gli Uffici di Pubblica Tutela.
- Pareri medico legali in tema di responsabilità sanitaria nell’ambito delle Unità di Gestione del Rischio Clinico.
- Attività di medicina necroscopica.
- Riscontri diagnostici.
- Attività di informazione e comunicazione. Interventi di informazione e comunicazione ai cittadini ed agli operatori sanitari su temi di bioetica, trapianti, sicurezza delle prestazioni sanitarie, e altri temi di rilevante interesse sociale e professionale.
E’ evidente che i nuovi LEA, così come formulati, per quanto concerne la medicina legale, creeranno, ulteriori nuovi spazi occupazionale per i medici legali nelle AASSLL. Ma il nostro lavoro non si ferma qui. Il SISMLA continuerà senza tregua a lavorare per la salvaguardia e la tutela degli specialisti in medicina legale.
Raffale Zinno
Segretario nazionale Simsla (Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni)
15 gennaio 2017
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni