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Comma 566. Cartisano (Spif Ar): “Si applichi quanto previsto nella legge di stabilità”

di Antonio G. Cartisano

Oggi siamo alle solite con il lancio degli slogan che spesso allarmano i frenatori “esperti della politica del non cambiamento”. Questi cambiamenti professionali negli altri Paesi Europei sono già in applicazione da decenni e bene fa il Ministro Lorenzin a chiederne ora la corretta e civile applicazione, coinvolgendo tutte le istituzioni centrali e periferiche della sanità.

23 LUG - Ha ragione il Ministro Lorenzin nel voler portare avanti quanto previsto dal comma 566 della Finanziaria ed è certamente sostenuto dal rappresentante del Governo con maggiore chiarezza circa le ottime ricadute che avrà nell'attività svolta dai Professionisti della Salute, laureati riconosciuti legittimamente per le norme di specifico riferimento emanate dallo Stato, e ancora dalle norme e programmi innovativi della formazione universitaria ma ancora tutte da applicare sul territorio.

Chiaro è il dubbio che si pone nella titolarità di esercizio professionale tra chi non ha titolo ed esercita comunque senza preoccupazione alcuna, scarsissimi i controlli delle Asl, e chi ha titolo e titolarità e trova spesso chi si inserisce in spazi non propri limitando l'esercizio dei laureati effettivi per ogni settore della sanità.

Ma qui oggi siamo alle solite con il lancio degli slogan che spesso allarmano i frenatori “esperti della politica del non cambiamento”, e credo di parlare a buoni intenditori che ne hanno viste di cotte e a chi invece crede fermamente in merito da molti anni. Non per altro ma perché questi cambiamenti professionali negli altri Paesi Europei sono già in applicazione da decenni e bene fa il Ministro, l’On. Lorenzin a chiederne ora la corretta e civile applicazione, coinvolgendo tutte le istituzioni centrali e periferiche della sanità.

Ma siamo in Italia e il dubbio dei “doppiogiochisti” che operano dicendo una cosa e applicandone un'altra, non scema mai abbastanza e quindi è pure un bene restare attenti a tali “bocche della verità” non permettendo loro di sostituirsi ai nostri Professionisti.

Cosa c'è in gioco che tanto rode il nutrito numero di oppositori? Due e forse più grandi elementi del cambiamento della conduzione della sanità.

Il primo è dato dall'acquisizione a pari dignità del confronto professionale tra Professionisti della Salute Laureati dalla Facoltà di Medicina (e già questo è un grande vecchio problema, ma non più nella stessa quantità degli anni passati, per cui è meglio non abbassare ancora la guardia). L'altro elemento, al quale non possiamo dare altro nome, è la gestione propria delle risorse umane, economiche e strutturali, per le quali ci saranno servizi professionali di ogni area della sanità condotti da laureati non medici e altri condotti da medici, come in tutti i Paesi Europei e con straordinari risultati e cambiamenti, vantaggiosi anche dal punto di vista economico per chi sa fare qualità”.

Un'ultima riflessione: dopo aver varato e applicato da diversi anni, una riforma delle formazioni universitarie delle Professioni Sanitarie che vanno dalla Laurea in Scienze Infermieristiche, Laurea in Scienze Riabilitative, ecc. ecc., che cosa aspettano le ASL e AO Italiane a dare piena sinergia delle competenze professionali che si possono mettere in campo quotidianamente applicando la massima interazione dei Professionisti della Salute ogni giorno?

Ecco quindi perché sosteniamo con libertà di critica e osservazioni il progetto del comma 566 della “finanziaria” e quanto il Ministro della Salute, On. Lorenzin, sa esattamente quanti e quali valori professionali possono e debbono emergere nella Sanità Italiana.
 
Dott. Antonio G. Cartisano
Presidente Spif Ar 

23 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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