Medicina. Giovani Medici: “Più formazione professionalizzante, ma non per fare i tappabuchi"
Per il Sigm bisogna evitare di "‘declassare’ la formazione medica post lauream esclusivamente per assecondare le esigenze delle Regioni o di altri”. Sì alla specializzazione in Medicina generale. Chiesta l’apertura di un tavolo Ministero della Salute, Miur, Università, Regioni e "portatori di interesse".
23 GIU - “Si chiuda il Patto della Salute, che non è la sede appropriata per porre le basi per definire le politiche sulla formazione dei medici, e si apra nuova fase costituente che metta insieme attorno ad un tavolo Ministero della Salute, MIUR, Università, Regioni e portatori di interesse”. È quanto chiede l’Associazione Italiana Giovani Medici (Sigm), allo scopo di riflettere sulle diverse proposte in tema di formazione medica pre e post laurea avanzate da ministri e non solo nelle ultime settimane. Molte, infatti, secondo il Sigm le proposte di interesse e le cose da fare, ma “programmazione dei fabbisogni di professionalità e formazione dei medici sono argomenti strategici per il SSN e per la salute dei cittadini e per questo richiedono un confronto costruttivo basato su dati ed evidenze e non sterili contrapposizioni di parte che appaiono mosse, talora, più dal contendersi le competenze formative, che finalizzate ad evolvere il sistema formativo di medicina in funzione dei mutati scenari di salute”.
Per i Giovani Medici “in passato sono stati commessi errori nella stima dei fabbisogni di medici ed occorre che le Regioni siano dotate di strumenti di programmazione adeguati ed intellegibili. Il nodo della formazione medica non è Università versus Ssn, bensì mettere a sistema il meglio che possano esprimere i due ambiti. Si potenzino le reti formative integrate, che vanno aperte anche al territorio, e si adottino indicatori per valutarne le reali capacità formative ad opera di un soggetto indipendente, rendendo pubbliche le performance formative e chiudendo quelle scuole di specializzazione che non documentino standard adeguati”.
In merito all’ipotesi dell’ingresso nel Ssn anche senza specializzazione, i Giovani Medici hanno le idee chiare: “Corretto anticipare i tempi di ingresso nel SSN dei giovani medici, eliminando i tempi morti ed ottimizzando il percorso formativo, ma si faccia attenzione a non assecondare le richieste di quanti vogliano declassare la formazione post lauream, specialistica e generalista, che deve anzi essere oggetto di investimenti strutturali, esclusivamente per rispondere alle esigenze delle Regioni o di altri soggetti. Il pericolo di utilizzare i giovani medici come tappa buchi è reale, se non vengono posti dei paletti. E poi – secondo il Sigm -, vanno tenute in debita considerazione le possibilità di accesso al SSN per i neo specialisti e di stabilizzazione dei precari, mettendo in equilibro ingressi ed uscite dal sistema, al netto del fenomeno del task shifting. Inoltre, va assolutamente scongiurata la “sindacalizzazione” della gestione della formazione medica post lauream, la qualcosa ha dato dei risultati non soddisfacenti, come dimostra l’esperienza della formazione specifica di medicina generale. Apprezziamo, a tal proposito, l'apertura del Ministro della Salute a favore dell'istituzione di una specializzazione di medicina generale e cure primarie”.
23 giugno 2014
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