Acn medicina convenzionata. Mele: “Difendiamo lo stato giuridico dei medici convenzionati”
“Non si può affermare che la nostra figura professionale è autonoma e nel contempo parasubordinata. Noi siamo parasubordinati e dobbiamo difendere questa posizione”. Il presidente della SIMPe non nasconde le sue critiche ai risultati fin ora raggiunti nelle trattative per il rinnovo dell’Acn
22 GIU - “Siamo in una situazione di stallo. La trattativa è entrata nel vivo, ma la prima cosa che si sta mettendo in discussione è il ruolo giuridico del medico convenzionato e del pediatra. Questo perché si è arrivati al tavolo della contrattazione senza una vera proposta. Non solo, c’è stata un’omologazione delle posizioni: in sostanza ci si è limitati a sostituire nel testo delle proposte la parola 'medici di medicina generale' con pediatri di libera scelta”.
Non nasconde le sue critiche
Giuseppe Mele, presidente nazionale della SIMPe, ed ex presidente della Fimp. La conduzione delle trattative per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale non ha difeso con forza il ruolo dei pediatri di libera scelta, oltre a non muoversi in linea on quoto stabilito dal Decreto Balduzzi.
“Nella proposta che è stata presentata – spiega Mele – è contenuto un concetto a mio parere fuorviante: si dice che il lavoro del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta è ‘autonomo e parasubordinato’. Non si può affermare nello stesso tempo che è autonomo e parasubordinato. O è l’uno o è l’altro. Sarebbe stato meglio mantenere lo stato giuridico attuale del medico convenzionato che da sempre è parasubordinato. Non comprendo quindi perché non è stata portata avanti una proposta per ribadire e sostenere questo concetto, che tra l’altro è stato consolidato proprio nel Decreto Balduzzi, e l’accordo collettivo nazionale, nell’articolato, ne declina compiti e funzioni blindando dal punto di vista giuridico il medico convenzionato. Noi diciamo invece: manteniamo lo stato attuale. Facciamo attenzione a non svendere questa figura professionale – ha ammonito – anche perché le spinte da parte delle Regioni a far entrare il medico convenzionato in un regime di dipendenza ci sono state e potrebbero tornare in auge se non delimitiamo in maniera chiara i contorni del nostro status”.
Per Mele c’è poi un secondo problema che investe i Lea. “Non si può dire che l’Acn ‘definisce’ i Lea, semmai l’Acn ‘applica’ i Lea, coerentemente con quanto la legge peraltro indica. Infine, ritengo che manchi una proposta costruttiva sulle aggregazioni funzionali territoriali sapendo che questo istituto è a iso risorse. In sostanza non sono state presentate soluzioni costruttive per attuare quanto, ancora una volta, il Decreto Balduzzi sancisce, ossia che per la costituzione delle aggregazioni funzionali devono essere messe a disposizione delle regioni le risorse che si liberano dai vari istituti attualmente previsti negli accordi. Ma sei non presentiamo un progetto per indirizzare queste risorse che si sono liberate, come pensiamo di realizzare le aggregazioni funzionali?”.
22 giugno 2014
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