Bambini e Tac. Indagine dei fisici medici. Radiazioni nei limiti europei ma servono nuovi livelli dedicati all'età pediatrica
I risultati della prima indagine nazionale sull’esposizione alle radiazioni da Tc multistrato nel bambino. Secondo lo studio la “dose ricevuta negli esami cresce con il crescere dell’età, ma fortunatamente tutti i valori sono inferiori ai livelli diagnostici di riferimento”. Ma l’introduzione delle nuove tecnologie digitali impone la revisione e l'aggiornamento degli attuali standard.
18 NOV - E’ stato presentata all’8° Congresso Nazionale AIFM in corso a Torino la prima indagine nazionale sull’esposizione alle radiazioni da Tc multistrato nel bambino.
Lo studio, durato 12 mesi e condotto in collaborazione fra le due società scientifiche SIRM e AIFM, offre un quadro aggiornato dell’attuale esposizione da radiazione in Italia dovuto agli esami con TC ed è finalizzato a ridurre al minimo i dosaggi.
Ad oggi la valutazione delle dosi al paziente in radiodiagnostica è svolta sulla base dei livelli diagnostici di riferimento (LDR) riportati dalla normativa italiana con il D.Lgs. 187/2000 e riferiti a dati raccolti su apparecchiature TC ormai obsolete. Gli LDR hanno lo scopo di fornire delle indicazioni sui livelli massimi di dose che non si dovrebbero superare in una buona pratica radiologica. Ma ad oggi sono disponibili per la solo popolazione adulta.
L’indagine AIFM-SIRM dimostra che i valori attuali di riferimento non esprimono adeguatamente l’esposizione dei pazienti sottoposti a indagini radiologiche con la conseguenza che le pratiche che richiederebbero un intervento d’ottimizzazione dell’esposizione non sono individuate, cosa che dovrebbe essere proprio lo scopo e l’utilità dello strumento costituito dai LDR.
L’avvento della tomografia computerizzata ha rivoluzionato la radiologia diagnostica e dai lontani anni ’70 il suo uso è aumentato in maniera esponenziale. In particolare tra le tipologie di TC che hanno visto il maggior incremento negli ultimi decenni, al primo posto troviamo quelle diagnostiche pediatriche.
Secondo i dati Istat la popolazione pediatrica italiana (tra 0 e 14 anni) è di circa 8,5 milioni, circa il 14% dell’intera popolazione; attualmente in Italia gli esami Tac eseguiti annualmente sono circa 7 milioni, di cui 180mila riguardano gli esami pediatrici.
Premesso che la TC è una valida metodica di indagine in grado di migliorare le possibili scelte terapeutiche e di individuare patologie non evidenziabili con altre tecniche diagnostiche, è risaputo che comporta l’impiego di dosi di radiazioni ben maggiori di quella della radiologia standard e che i bambini sono più radiosensibili degli adulti in quanto soggetti in rapido accrescimento con una maggiore aspettativa di vita. Per tali motivi è necessario cercare di migliorare continuamente le metodologie diagnostiche e ricercare la minima dose possibile per singolo esame.
Lo studio
Lo studio presentato oggi al Lingotto ha analizzato le dosi di 993 esami pediatrici eseguiti con TC multistrato in 25 Sevizi di Radiologia distribuiti su tutta Italia, 6 dei quali completamente dedicati alla pediatria. I dati raccolti sono stati suddivisi in 3 gruppi di età (1-5, 6-10 e 11-15 anni) e per i 3 distretti anatomici presi in considerazione: encefalo, torace e addome.
Come ci si attendeva, dallo studio è emerso che la dose ricevuta negli esami cresce con il crescere dell’età, ma fortunatamente tutti i valori sono inferiori ai livelli diagnostici di riferimento della normativa italiana, riferiti alla sola popolazione adulta. Inoltre la quantità di radiazione a cui è esposto il bambino rispetto all’adulto raggiunge riduzioni sino a circa il 60% nella fascia di età 1-5 anni, 30% nell’età 5-10 ed è confrontabile nella fascia 10-15.
“Anche se l’Italia è nella media europea - ha dichiarato
Daniela Origgi, fisico medico dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano che ha coordinato lo studio insieme a
Sergio Salerno, professore associato di Radiologia al Policlinico universitario di Palermo e al dott.
Claudio Granata, radiologo pediatrico del Gaslini di Genova - l’indagine evidenzia che l’estesa introduzione delle nuove tecnologie digitali e dei nuovi sistemi TC multi-strato impongono necessariamente un processo di revisione e di aggiornamento degli attuali LDR e l’introduzione di nuovi, dedicati all’ambito pediatrico”.
“L’obiettivo ultimo non è la riduzione della dose ad ogni costo - ha dichiarato
Luisa Begnozzi, presidente AIFM - quanto piuttosto la produzione di immagini di qualità adeguata al quesito diagnostico utilizzando la minima dose al paziente. In questo ambito il Fisco Medico gioca un ruolo fondamentale in quanto si occupa dell’ottimizzazione e dell’uso corretto di tutte le tecnologie che utilizzano le radiazioni per uso diagnostico e terapeutico, con un’attenzione particolare, nell’ambito diagnostico, alle TAC. Per raggiungere tali obiettivi è fondamentale la collaborazione con i professionisti dell’area radiologica, cooperando con lo specialista medico Radiologo per ottenere immagini con la migliore qualità diagnostica, mantenendo i livelli di esposizione i più bassi possibili.”
18 novembre 2013
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