Mototerapia. Catania (Ordine Tsrm-Pstrp Milano): “Non sono le ‘terapie complementari’ a garantire la dimensione umana della cura, ma i professionisti”
Replicando alle parole del ministro Locatelli (“ogni terapia complementare contribuisce a garantire quella dimensione umanizzata e più dignitosa della cura”), Catania sottolinea la necessità di non confondere queste attività con i percorsi terapeutici e riabilitativi riconosciuti, e sottolinea: “Mi lascia perplesso che la ‘mototerapia’ e altre pratiche similari siano elette a baluardo della ‘dimensione umanizzata […] della cura’, come se l’operato di Professionisti qualificati non fosse sufficiente a garantirla”.
22 NOV - “Le Professioni Sanitarie basano la loro attività su solidi fondamenti deontologici e precise competenze, grazie a percorsi universitari specifici che includono gli aspetti psicologici e relazionali necessari a garantire il pieno rispetto della dignità e unicità dell’individuo. Mi lascia perplesso, dunque, che la ‘mototerapia’ e altre pratiche similari siano elette a baluardo della ‘dimensione umanizzata […] della cura’, come se l’operato di Professionisti qualificati non fosse sufficiente a garantirla”. Il presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio,
Diego Catania, commenta così, in una nota, le parole del ministro per le Disabilità
Alessandra Locatelli, che in merito al via libera al Senato della proposta di riconoscimento della mototerapia come terapia complementare, sosteneva come “ogni terapia complementare contribuisce a garantire quella dimensione umanizzata e più dignitosa della cura”.
“La ‘mototerapia’ – sottolinea il presidente l’Ordine Tsrm e Pstrp -, anche rispetto ad altre ‘terapie complementari’ legate ad attività ludiche, ad esempio musicoterapia, arteterapia o clownterapia, non ha solidi fondamenti scientifici a comprovarne l’efficacia, come ha giustamente rilevato la Senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo” afferma Catania. “In generale, tali attività possono essere, sì, affiancate alle cure ufficiali, ma non devono essere confuse con percorsi terapeutici e riabilitativi riconosciuti da linee guida e documenti di indirizzo. In caso contrario, possono crearsi false aspettative negli assistiti e nelle loro famiglie, già in una condizione di vulnerabilità e sofferenza”.
L’Ordine comprende tante Professioni di area sanitaria riabilitativa, fra le quali si annoverano i Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, i Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, i Terapisti Occupazionali, gli Educatori Professionali e i Logopedisti, tutti operanti a supporto di individui fragili sotto vari punti di vista, come l’età, la disabilità fisica o psichica o la ridotta autonomia e vulnerabilità psicologica conseguente a gravi patologie. Gli ambiti in cui tali Professionisti svolgono la loro attività, come reparti di oncologia, centri diurni o residenze per persone con disabilità, sono proprio i contesti a cui potrebbe essere applicato l’uso della ‘mototerapia’ o di altre attività complementari. Dichiarano i Presidenti delle Commissioni d’Albo interessate: “Il rischio è che possano essere approvate dal Parlamento proposte di terapia che dovrebbero, invece, essere validate dalla comunità scientifica. Occorre seguire l’iter della medicina basata sull’evidenza, che prevede confronti e processi a garanzia dell’efficacia dell’intervento, nonché il coinvolgimento di tutti i Professionisti della cura”.
Per Catania, allora, piuttosto che spingere tali attività oltre il giusto riconoscimento, “sarebbe prioritario, invece, dare più riconoscimento e margine d’intervento alle risorse umane già presenti nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, così da mettere i Professionisti nelle condizioni di attuare al meglio le terapie riconosciute e scientificamente provate, a maggior tutela dei soggetti fragili e delle loro famiglie”.
22 novembre 2024
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