Recenti interventi comparsi su riviste online rivolte al mondo della scuola mettono a tema la fragilità degli adolescenti nel tempo attuale, identificando alla base di tale condizione da un lato atteggiamenti iperprotettivi e di eccessivo controllo da parte dei genitori e dall’altro la pervasività delle tecnologie digitali, che sarebbe stata amplificata dall’uso della Didattica a Distanza (DaD) in epoca pandemica.
Tale presenza pervasiva delle tecnologie digitali porterebbe ad una condizione di isolamento degli stessi adolescenti e avrebbe un impatto negativo a livello cognitivo (controllo dell’attenzione, capacità di analisi, ecc..) con conseguenze problematiche sul piano dell’apprendimento. La condizione in cui gli adolescenti vivono sopra tracciata richiederebbe un maggiore approfondimento, essendo certamente più articolata e ricca di situazioni eterogenee rispetto al quadro sopra delineato: accanto infatti a segnali di fatica e incertezza che non si vogliono negare o sottovalutare, vi sono certamente anche evidenze che raccontano di adolescenti che crescono mostrandosi competenti, aperti al futuro, in cerca di ascolto e di partecipazione in grado di affrontare le sfide tipiche e atipiche di questa fase della loro vita e di chiedere supporto laddove da soli pensano di non potercela fare.
Ci sembra comunque opportuno offrire un contributo di analisi rispetto agli elementi sopra segnalati, per delineare alcune possibili linee di intervento.
Riteniamo, rispetto alla condizione degli adolescenti sopra richiamata, che una risorsa importante possa essere rappresentata dallo psicologo scolastico. Come indicato nelle “Linee di indirizzo per la promozione del benessere psicologico a scuola”(cfr. Linee-guida-scuola-novembre-2020 (psy.it)) lo psicologo scolastico è una figura che agisce a livello sistemico, a supporto dei diversi attori che interagiscono nel contesto scolastico.
Lo psicologo scolastico può configurarsi innanzitutto come una figura di supporto rivolta agli adolescenti per aiutarli a confrontarsi con le fragilità emergenti nell’esperienza scolastica e per sostenerli nell’ attivare le proprie risorse personali. E’ peraltro una figura di cui gli studenti richiedono la presenza, come emerge ad esempio dall’indagine “Chiedimi come sto”, condotta dall’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali dell’Emilia-Romagna sui dati di circa 29 mila studenti della scuola secondaria di secondo grado e universitari di tutta Italia: il 91 % degli intervistati ritiene utile la presenza di uno psicologo a scuola/all’università e il 35,3% non solo lo ritiene utile ma vorrebbe usufruirne. Tale quota sale al 51,4% per gli studenti universitari e si attesta al 27,4% per gli studenti della scuola secondaria. Sembra quindi che gli adolescenti riconoscano in questa figura opportunamente e specificamente preparata un possibile supporto che possa aiutarli a meglio comprendersi e a meglio utilizzare le risorse e le competenze che possiedono ma che a volte possono far fatica a riconoscere.
Lo psicologo scolastico può inoltre supportare i genitori nella loro azione educativa aiutandoli a riflettere sul proprio stile genitoriale e a capire come renderlo più efficace: essere genitori è compito sempre più complesso con molteplici modelli a cui rifarsi ma poche certezze e molta indecisione sulle pratiche educative da adottare per far crescere figli sappiano capire e decidere in autonomia del loro futuro. Ma lo psicologo nella scuola può anche nello specifico sostenerli in un’azione educativa mirata ad un uso responsabile delle tecnologie digitali (smartphone, social network…), uso basato non sul controllo e la prescrizione, ma sulla condivisione e la comprensione del senso di tali strumenti e dello loro potenzialità.
Lo psicologo scolastico può rappresentare anche una risorsa per gli insegnanti nel costruire efficaci ambienti di apprendimento supportati da tecnologie digitali, utilizzando le acquisizioni della ricerca nel settore (Soncini, 2021). Gli studi in questo ambito, a proposito di didattica a distanza, sottolineano, come evidenziato anche in una recente meta-analisi su 104 studi condotti in epoca pre-pandemica in diversi ordini di scuola, che i percorsi di online learning possono avere un positivo effetto in termini di risultati dell’apprendimento (Batdi et al., 2021). Occorre naturalmente che gli ambienti di apprendimento supportati da tecnologie digitali, siano essi stessi basati sulla didattica a distanza o sulla didattica blended (che combina attività a distanza e in presenza), progettati tenendo conto di quattro sfide fondamentali, che possono contrastare il rischio di isolamento e di fallimento di chi apprende: prevedere flessibilità nel percorso di apprendimento, promuovere l’interazione tra i partecipanti, facilitare i processi di apprendimento degli studenti e sostenere un clima di apprendimento positivo (Boelens et al., 2017).
Lo psicologo scolastico, infine, può offrire un contributo a livello di organizzazione scolastica, a supporto dei dirigenti, nel promuovere l’attenzione ad un clima organizzativo positivo, che favorisca il benessere professionale di chi nella scuola opera. Sempre a livello organizzativo lo psicologo scolastico può assumere un ruolo rilevante nel sostenere i processi di innovazione educativa, che aiutano la scuola a migliorare la qualità dell’offerta formativa.
La possibilità di avvalersi del lavoro degli psicologi scolastici durante la pandemia è stata decisamente apprezzata dalla scuola, se si considera che, grazie al protocollo stipulato dal CNOP con il Ministero dell’Istruzione su circa 8.183 istituzioni scolastiche, ben 5.662 (69,22%) hanno attivato un servizio di psicologia scolastica (fonte CNOP: Supporto psicologico - 23 febbraio (psy.it)).
È quindi auspicabile che questa figura, che ha offerto un contributo rilevante nell’aiutare le istituzioni scolastiche a contrastare la crisi della pandemia, possa configurarsi nel prossimo futuro come una risorsa stabile, messa a sistema a servizio della scuola, come ben si evidenzia in alcuni studi in ambito italiano (Matteucci, Farrell 2019; Meroni et al. , 2021)
Riferimenti bibliografici
Boelens, R., De Wever, B., & Voet, M. (2017). Four key challenges to the design of blended learning: A systematic literature review. Educational Research Review, 22, 1-18.
Matteucci, M. C., & Farrell, P. T. (2019). School psychologists in the Italian education system: A mixed-methods study of a district in northern Italy. International Journal of School & Educational Psychology, 7(4), 240-252.
Meroni, C., Fagnani, L., Confalonieri, E., Baventore, D., & Velasco, V. (2021). The Italian School Psychologists’ Role: A Qualitative Study about Professional Practices and Representations. European Journal of Investigation in Health, Psychology and Education, 11(4), 1134-1155.
Soncini, A., Politi, E., & Matteucci, M. C. (2021). Teachers navigating distance learning during COVID-19 without feeling emotionally exhausted: The protective role of self-efficacy. School Psychology, 36(6), 494.
Stefano Cacciamani, Docente di psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università della Valle d’Aosta
Emanuela Confalonieri, Docente di psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università Cattolica del Sacro Cuore