Revisione del profilo dell’operatore socio sanitario (di cui all’Accordo Stato Regione del 22 febbraio 2001) e istituzione di una nuova figura di interesse sanitario destinata a sostituire l’Oss con formazione complementare, di cui all’accordo Stato Regioni del 16 gennaio 2003.
Questi i temi al centro dell’incontro nei giorni scorsi presso la conferenza delle Regioni, tra le segreterie nazionali di Fp Cgil-Cisl Fp e Uil Fpl, i tecnici della commissione salute ed un rappresentante del Ministero della Salute.
“Rispetto alle proposte migliorative avanzate da Cgil Cisl e Uil alla conferenza relativamente alla revisione e valorizzazione dell’Operatore socio-sanitario – spiegano in nota Vannini, Chierchia e Murru – il tavolo tecnico, di fatto, ripropone senza particolari modifiche l’attuale profilo di Oss cui all’Accordo del 2001, non dando luogo, quindi, ad una vera valorizzazione di questa figura. La commissione ha illustrato l’intenzione di introdurre una nuova figura professionale, la cui denominazione per ora rimane da definire – alla quale assegnare, previa frequenza di uno specifico corso di formazione, il compito di fornire supporto agli infermieri, per rispondere, così viene dichiarato, ai crescenti bisogni di salute della popolazione che si manifestano in modo differenziato negli ambiti territoriali, ospedalieri, sanitari sociosanitari e sociali, a cui affidare dunque attività maggiormente complesse e alla quale riconoscere, nel settore pubblico, un inquadramento contrattuale superiore – nell’area degli Assistenti - e un conseguente trattamento economico più elevato. Si tratta di un progetto che probabilmente ha in sé anche l’obiettivo non dichiarato di far fronte alla carenza infermieristica attraverso la “sostituzione” di quota parte delle attività dei professionisti”.
È chiaro, proseguono i rappresentanti sindacali, che “restano aperte le vere questioni alla base della carenza di professionisti sanitari (salari insufficienti, carichi e condizioni di lavoro, vincoli normativi assunzionali, ecc) che continueremo a rivendicare con le Istituzioni competenti - in primis Governo, Parlamento e ARAN - per il raggiungimento di livelli salariali e occupazionali adeguati rispetto anche agli altri Paesi europei”.
“Per quanto riguarda l’istituzione di questa nuova figura – aggiungono Vannini, Chierchia e Murru – oltre che per la mancata valorizzazione dell’insieme degli attuali Oss abbiamo espresso le nostre perplessità evidenziando potenziali criticità, anche organizzative, che l’ingresso di questa nuova figura rischierebbe di generare, in particolare nell’ambito delle equipe multidisciplinari di professionisti, in relazione ad alcune delle quali abbiamo già anticipato correttivi eventualmente da apportare che ci siamo riservati di meglio dettagliare attraverso puntuali emendamenti che presenteremo al più presto”.
In particolare, è stato sottolineato come questa figura, se istituita, deve soprattutto rappresentare un vero percorso di valorizzazione per quanti, attualmente già inquadrati nel profilo di OSS vogliano - su base volontaria - tentare l’accesso a questo nuovo profilo che, se da un lato comporta più gravose responsabilità, dall’altro deve garantire in tutti i contesti, pubblici e privati, garanzia di un miglior inquadramento contrattuale ed economico.
Per favorire questi percorsi di riqualificazione in deroga al possesso del titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado, i sindacati hanno chiesto, sin da ora, che sia prevista la valutazione di una qualificata esperienza già maturata nel profilo di OSS (superiore a 24 mesi).
Evidenziato inoltre come la disciplina della formazione abilitante per l’accesso al nuovo profilo, debba essere rigorosamente disciplinata e regolamentata, in modo tale da avere standard uniformi sull’intero territorio nazionale, in discontinuità dunque rispetto a quanto avvenuto finora con il profilo di OSS.
I sindacati chiederanno quindi alla Commissione:
• di mettere in atto misure volte a contrastare il dumping contrattuale nel settore privato riconoscendo per questa figura all’interno dei contratti di lavoro il medesimo costo contrattuale previsto per la sanità pubblica;
• di chiarire quali responsabilità avranno gli operatori nell’esercizio dell’attività di lavoro soprattutto rispetto alle quali abbiamo evidenziato la necessità di maggiori tutele, soprattutto assicurative, e alla necessità di un eventuale allargamento degli effetti della Legge Gelli;
• di far fronte alla paventata necessità - per l’accesso al nuovo profilo - del possesso del profilo di Oss accompagnata dal diploma di scuola superiore di secondo grado e da una esperienza nel profilo di Oss di almeno 24 mesi di consentire, per una vera riqualificazione di questi operatori, la possibilità di supplire alla mancanza del diploma con una maggiore esperienza acquisita nel profilo di OSS;
• di prevedere l’istituzione di un registro Nazionale valido per gli Oss e per questa nuova figura di interesse sanitario