“L’attenzione nei confronti degli anziani esprime il livello di civiltà di una società e la sua capacità di costruire il futuro valorizzando gli insegnamenti del passato, di considerare la saggezza e l’esperienza, di rispettare l’essere umano in quanto tale e indipendentemente dal suo ruolo produttivo”.
Così presidente Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop) David Lazzari nel corso dell'audizione presso la X Commissione “Affari sociali e Sanità” del Senato relativamente al disegno di legge di delega al Governo in materia di politiche per le persone anziane.
Lazzari ha ricordato come la Psicologia abbia sviluppato da tempo un settore di studio, ricerca ed intervento nel campo delle persone anziane, delle problematiche specifiche di queste età e dei processi di invecchiamento ed esistono anche nel nostro Paese delle società scientifiche psicologiche che si occupano specificamente del tema o di tematiche che attengono alla popolazione anziana (es. società di psicologia dell’invecchiamento, psicogeriatria, neuropsicologia, psicologia della salute, ecc.).
"Anche per le persone anziane bisogna ricordare che parlare di salute significa parlare di aspetti biologici, psicologici e sociali, spesso tra loro interdipendenti ma dotati di una loro specificità: la visione e l’approccio bio-psico-sociale non è un lusso ma una necessità, come mostra la letteratura scientifica e gli studi di economia sanitaria. Occorre pertanto che la politica complessiva per gli anziani tenga conto della necessità di adottare misure che riguardano la salute fisica, le condizioni sociali ma anche i fattori psicologici che impattano sull’invecchiamento e sulle condizioni dell’anziano", spiegano dalla Cnop.
!Nel Ddl dobbiamo rilevare che, pur nell’ambito di un documento a carattere generale, in assenza di specifici riferimenti agli aspetti e ai bisogni psicologici questi rischiano di rimanere ignorati nelle conseguenti misure applicative: infatti i riferimenti generici agli “interventi sanitari” non garantiscono in questo senso perché il Ssn non dispone attualmente di professionisti e servizi psicologici per occuparsi di questi aspetti mentre, per quanto riguarda gli “interventi sociali”, va detto che i servizi sociali sono quasi totalmente sprovvisti di competenze psicologiche. Lo stesso si può dire per le altre strutture attualmente dedicate all’assistenza alle persone anziane. Se la norma non indica esplicitamente questa esigenza le persone anziane potranno avere aiuto e assistenza in questo ambito solo a livello privatistico e nella misura in cui avranno risorse economiche disponibili!.
La componente psicologica, sottolinea il Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, è indispensabile in particolare per:
- promuovere un processo di invecchiamento attivo che consenta alla persona di mantenere al meglio benessere psicologico e salute, competenze di vita, reti relazionali, capacità di auto-gestione cognitiva, emotiva e comportamentale (prevenzione e promozione);Nell’ambito del suo intervento il rappresentante del Cnop ha evidenziato come quanto descritto "sollecita non solo una pratica della cura integrata e multidimensionale, ma anche un percorso longitudinale nel tempo, che parta dalla prevenzione e prosegua con la valutazione, preveda una pianificazione degli interventi e una loro condivisione fino alla cura nel fine vita: la cura integrata include tutto il processo che va dalla prevenzione, alla promozione, all’accesso alle cure siano esse curative, riabilitative o palliative".
“Occorre garantire l’accesso delle persone anziane alle cure psicologiche efficaci - ha concluso Lazzari - per affrontare il tema della solitudine, della depressione, per citare solo alcune delle condizioni di maggiore incidenza nella popolazione anziana. Inoltre, le emergenti condizioni di fragilità cognitiva, affettiva e relazionale necessitano di una diagnosi precoce e tempestiva e un approccio adeguato e integrato. Non vanno trascurate le implicazioni psicologiche correlate agli emergenti cambiamenti funzionali e motori e agli adattamenti conseguenti nella propria autonomia e autoefficacia”.