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Decreto Balduzzi. Anmvi: “Assenti prevenzione, risparmi e farmaci veterinari”


Per l’associazione dei veterinari il Decreto Sanità non copre un ampio settore della sanità pubblica italiana.”La veterinaria non è considerata dalla manovra sanitaria del Ministro”, o perlomeno “non abbastanza da rispondere alle esigenze di urgenza del provvedimento e a quelle generali di contenimento della spesa.

04 SET - “Il provvedimento – si legge in una nota dell’Anmvi -  non tratta le vere urgenze della veterinaria nazionale, molte delle quali,  specie per quanto attiene la prevenzione, restano adottate con lo strumento legislativo dell’ordinanza temporanea. E’ il caso del randagismo, un male perpetuo privo di alcuna strategia sanitaria ed economica e della tutela dell’incolumità pubblica dalle aggressioni canine, che solo nel mese di agosto si sono verificate a ritmi giornalieri. E l’aggressività di un cane, proprietario o randagio che sia, ha spesso come conseguenza l’abbandono del cane o il suo confinamento a vita in un canile.
 
 
“La manovra sanitaria – prosegue la nota - punta sulle sanzioni per fare cassa, senza introdurre politiche di risparmio. La popolazione canina ha un costo elevato per le tasche del Tesoro. I canili e le anagrafi informatiche sono un costo elevato pagato dal Paese a fronte di evidenti inadempienze”.
Per i veterinari il problema è anche il troppo fisco. “Mantenere – specifica la nota -  un livello accettabile di prevenzione veterinaria ha costi elevati anche per il proprietario, anche a causa delle tariffe salate delle Pubbliche Amministrazioni (l’emissione del passaporto europeo per i cani e i gatti può arrivare a costare fino a 45 euro) e soprattutto dell’alta pressione fiscale (IVA ai massimi livelli storici, detraibilità fiscale ferma a valori espressi in Lire). Va da sé che la spesa abbatte la propensione alle cure veterinarie e l’osservanza degli obblighi di legge”.
 
“Nel provvedimento – sottolinea l’Anmivi - è del tutto assente una politica del farmaco veterinario, lasciata alla disinformazione di chi lo confonde con il generico umano, aumentando così il rischio del “fai da te”, dell’uso indiscriminato di antibiotici- causa di resistenze ai batteri anche nell’uomo- e della sostituibilità del medicinale veterinario, un problema gravissimo che è già stato causa di decessi nei pazienti animali. La dispensazione veterinaria, vero punto di partenza per l’uso ragionato e prudente del farmaco non è stata presa in considerazione”.
 
“Anche le liberalizzazioni – conclude la nota -  sono state un’occasione persa per agire sul prezzo finale del farmaco veterinario, riformando le procedure di registrazione e autorizzazione del farmaco veterinario, la cui semplificazione permetterebbe anche una maggiore disponibilità di medicinali specie-specifici per categorie animali che oggi non dispongono di adeguati presidi terapeutici. Una delega di riordino della legislazione vigente è prevista dalla Legge Comunitaria 2011, ma è affossata in Senato, pertanto andrebbe considerata una corsia legislativa d’emergenza”.

04 settembre 2012
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