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Cimo: “Brunetta chieda scusa ai medici”


07 OTT - “Non vogliamo soldi. Brunetta chieda scusa e Berlusconi intervenga affinché sia rispettata la nostra professionalità”. Così il presidente della Cimo Asmd, Riccardo Cassi, replica alle dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica contenute nel video diffuso ieri dalla Fp Cgil Medici.
 
“Siamo l'unico Paese in cui chi ha il compito di fornire prestazioni diagnostiche e curative deve rivolgersi al ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione e non a quello della Sanità”. L’osservazione arriva dal presidente della Cimo Asmd, Riccardo Cassi, a commento del video diffuso ieri dalla Fp Cgil Medici in cui si mostra il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, insultare i medici definendoli “la categoria più assatanata dei soldi” (vedi articolo correlato a fondo pagina).
“Altro che categoria assatanata di soldi”, replica Cassi. “Brunetta chieda scusa ai medici" e “il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenga” per restituire ai medici la loro dignità professionale.
“Siamo una categoria che lavora senza orario, regalando milioni di ore non retribuite per garantire la salute dei cittadini per 365 giorni all'anno, nei pronto soccorso, negli ospedali e nei posti di emergenza territoriale, con turni massacranti solo per coprire le carenze dovute a mancate assunzioni e ad errori di programmazione - ha precisato Cassi - e facciamo tutto questo senza un grazie, esposti al pubblico ludibrio ogni qual volta c'è un evento avverso che in gran parte dei casi è il risultato della mala organizzazione e mala gestione delle strutture sanitarie”. Questi “atteggiamenti persecutori” sono, secondo il presidente della Cimo, all’ordine del giorno e “ormai siamo abituati”. “Ma – sottolinea Cassi -  ma non accettiamo di essere offesi da un ministro solo perché i sindacati hanno evidenziato le chiare falle di un sistema che vede emergere sempre più i ritardi delle aziende nella messa a regime della trasmissione telematica dei certificati di malattia nei tempi previsti”.
Il presidente della Cimo ribadisce che l’intenzione dei sindacati era rivolta esclusivamente a chiedere di migliorare il sistema ed implementare di procedure specifiche per i DEA/pronto soccorso al fine di evitare che un aggravio burocratico interferisse nell'erogazione delle prestazioni di emergenza. “La Cimo non ha mai chiesto soldi – sottolinea Cassi -, ma semplicemente un incontro per valutare i problemi specifici delle strutture ospedaliere".
Il presidente della Cimo ha quindi rivolto un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “perché intervenga anche nella Sanità. Se vuole che i cittadini abbiano cure adeguate e bravi professionisti in tutto il territorio nazionale, restituisca ai medici la loro professionalità e al ministro della Salute i poteri precedenti al 2001. Siamo l'unico Paese in cui chi ha il compito di fornire prestazioni diagnostiche e curative deve rivolgersi al ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione e non a quello della Sanità”.

07 ottobre 2010
© Riproduzione riservata
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