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Spending review. Marino (Pd): “Razionalizzare i centri trapianti”


Per il senatore “i centri sono troppo numerosi per essere efficienti” e “rimane drammaticamente invariato il divario di circa 10 punti tra nord-sud”. Sistema dunque da razionalizzare, anche se “legato all'attribuzione di primariati e di cattedre universitarie, privilegi che oggi non è facile toccare”.

25 GIU - "Nel momento in cui si avanza l'ipotesi di introdurre nuove imposte sulle prestazioni sanitarie e sulla salute, credo sia necessario avviare una riflessione sulle strutture esistenti, che potrebbero essere utilmente razionalizzate". Ad affermarlo, a margine di un convegno sui trapianti tenuto sabato a Milano, è stato il senatore del Partito Democratico Ignazio Marino, presidente della Commissione sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, a margine di un convegno sui trapianti tenutosi oggi a Milano.
 
Secondo Marino “la situazione del sistema italiano dei trapianti, in particolare, andrebbe profondamente rivista. Le attività legate alle donazioni – ha spiegato -, dopo una crescita costante dal 1990 al 2004 ora si sono stabilizzate. E i centri sono troppo numerosi per essere efficienti. Circa il 35% delle strutture italiane non raggiunge il numero minimo di interventi l'anno (25 per il trapianto di fegato e 30 per il trapianto di rene), soglia che garantisce i migliori risultati clinici per i pazienti e la migliore efficienza economica per il Paese. Le donazioni non aumentano, erano circa 300 l'anno negli anni '90, sono arrivate a 1100 nel 2004 e da allora non è stata registrata una ulteriore crescita. Resta invariato il forte divario tra il nord e il sud: il settentrione è passato da 21,8 donatori per milione di abitanti del 2000 a 23 lo scorso anno, mentre le regioni del meridione, dove nel 2000 si era ottenuto il modesto risultato di 7,9 donatori su un milione di abitanti, nel 2011 e' stato registrato un numero di donatori pari a 10,9. Quindi rimane drammaticamente invariato il divario di circa 10 punti tra nord-sud”.

Per il senatore e presidente della commissione di Inchiesta sul Ssn, quindi, “allo stato attuale, l'attività complessiva di trapianto è eccessivamente frammentata e non e' possibile giustificare i 114 centri trapianti presenti in Italia. Basta pensare che a Torino, in un solo centro, sono stati eseguiti 137 trapianti di fegato, mentre a Roma l'attività complessiva di ben 5 centri si e' fermata a 98 interventi nell'intero 2011”.

“E' evidente - per Marino - che è necessario un processo di razionalizzazione, per questo credo che chi ha responsabilità nelle politiche sanitarie del paese dovrebbe riflettere sulle nostre strutture più impegnative economicamente come il sistema trapianti, prima di immaginare nuove imposte a carico del cittadino su prestazioni di base come il pronto soccorso, i medicinali, o accertamenti diagnostici”.

“Mi rendo conto – ha concluso il senatore - che molto è legato all'attribuzione di primariati e di cattedre universitarie, privilegi che oggi non è facile toccare, ma credo che il governo debba fare quanto possibile per restituire efficienza ad un'area strategica di primaria importanza come la sanità pubblica, a garanzia della salute degli italiani e del bilancio dello Stato".
 

25 giugno 2012
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