Polemica sulla frase di Giorgetti: “Medicina di famiglia, un mondo finito”. Grillo e Coletto in difesa dei camici bianchi
Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri “chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito”. Ma il ministro della Salute Grillo e il sottosegretario Coletto difendono la categoria. I medici di medicina generale sono il primo presidio di salute per i cittadini e una risorsa preziosa per la medicina del territorio
26 AGO - “Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti? Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito”.
È entrato a gamba tesa
Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in un intervento al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini all’incontro ‘Intergruppo sussidarietà: le riforme istituzionali’, non ha risparmiato bordate alla medicina di famiglia suscitando un vespaio di proteste da parte dei camici bianchi e dei cittadini. Tant’è che l’hashtag #Giorgetti, ha incassato 5mila tweet in meno di un’ora.
Soprattutto le affermazione del Sottosegretario sono state rispedite al mittente dal ministro della Salute
Giulia Grillo, e dal legista
Luca Coletto, sottosegretario alla Salute, che hanno difeso il ruolo della categoria.
È stata pronta la replica del ministro Grillo che ha sfoderato il cartellino rosso: “I medici di medicina generale sono il primo presidio di salute per i cittadini, la base e la garanzia di un sistema sanitario pubblico in grado di assistere tutti in base alle personali necessità. Per guarire non basta un click – scrive in un post su Facebook – ogni giorno 2 milioni di cittadini si recano nella rete capillare di ambulatori presenti su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo essere orgogliosi di avere il diritto e il privilegio di poter liberamente scegliere il medico di famiglia di nostra fiducia senza pagare costose assicurazioni. Il Medico che abbiamo scelto ci conosce, ci segue negli anni, è in grado di aiutarci a fare prevenzione, ascolta i nostri dubbi e ci guida indicando i più corretti percorsi terapeutici. Un professionista spesso parte della famiglia, interprete e garante dei nostri bisogni di salute.
“Questa relazione umana, fiduciaria, di reciproco rispetto e responsabilità non può essere sostituita dalle informazioni su internet” prosegue Grillo: “La letteratura scientifica ci ha già mostrato cosa accade quando questo rapporto umano viene eroso. Un incremento vertiginoso degli accessi impropri ai pronto soccorso, ricoveri potenzialmente evitabili, incremento dell’ansia e dell’incertezza ed estenuante ricerca di qualcuno di cui potersi fidare. Se è vero com’è vero che abbiamo bisogno di rinnovare la nostra medicina territoriale mettendola nelle condizioni di essere più dinamica ed efficace, magari con team multi-professionali, con l’infermiere di famiglia ma anche con importanti investimenti tecnologici e informativi, non dobbiamo scordarci che qualunque riordino non potrà che orbitare attorno al fulcro della relazione di cura, un valore da rafforzare e potenziare. Nessun sito web può sostituirsi all’opera preziosa di chi dedica ogni giorno la propria vita alla cura degli altri con professionalità, empatia ed entusiasmo. Io sarò sempre al fianco dei nostri medici e di tutti i professionisti sanitari che compongono quella che per me è la più grande opera pubblica del nostro paese: il Ssn. Difendiamo la sanità pubblica, il Ssn siamo noi.
In difesa dei medici di famiglia è sceso in campo anche il sottosegretario alla salute Luca Coletto che ha puntato i riflettorisul ruolo strategico della medicina di famiglia.
“I medici di famiglia sono una risorsa preziosa, insostituibile, uno snodo centrale per la medicina territoriale – ha affermato
Coletto – lo riconosce anche, in più parti, la proposta del nuovo Patto Nazionale per la Salute che andrà condiviso con le Regioni, i sindacati e tutti gli attori del sistema, e che disegna un futuro di sviluppo e ulteriore modernizzazione del medico di base e delle forme organizzative nelle quali si svolge e si svolgerà l’attività di assistenza ai cittadini”.
“Quello che si prospetta – aggiunge Coletto – è un medico di medicina generale che mantiene la sua valenza storica di primo interlocutore per le necessità di salute delle persone, con risvolti umani oltre che professionali, estremamente significativi, ma che si svilupperà in nuove forme organizzative, come i team di assistenza sui quali alcune Regioni si stanno già orientando, e in una ancora più spiccata professionalità, legata, tanto per fare un esempio, alla gestione delle cronicità. Aspetto che diventerà sempre più importante se solo si pensa all’invecchiamento della popolazione e all'aumento delle necessità assistenziali da garantire al di fuori della rete ospedaliera. Ciò consente, e consentirà sempre di più – conclude – di diminuire la quota di accessi impropri al Pronto soccorso, sgravando gli ospedali da carichi di lavoro inadatti alla loro missione di cura”.
26 agosto 2019
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