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Manovra. Saltano gli emendamenti sulle farmacie rurali. Tancredi (Ap): “Loro approvazione rinviata al Senato, ma tutto dipenderà dal dopo referendum”

di G.R.

Il primo firmatario di uno degli emendamenti che puntavano ad innalzare i tetti per le agevolazioni alle piccole farmacie spiega come, a causa dei tempi stretti, la materia (così come altre) non sia stata trattata in V commissione ma sostanzialmente rinviata al Senato. "Non ci sono problemi per una sua approvazione nell'altro ramo del Parlamento. E le coperture sono previste. Ma molto dipenderà dalla situazione politica dopo l'esito del referendum".

28 NOV - Oggi, mentre la Camera approvava la legge di Bilancio, continuava a montare la rabbia dei farmacisti rurali per alcuni emendamenti, mai bocciati dalla V commissione, ma comunque rimasti fuori dal provvedimento. In particolare, le proposte di modifica 'dimenticate' miravano ad elevare da 387mila a 450mila euro la soglia di fatturato Ssn sotto alla quale scatta lo sconto forfettario dell’1,5% a favore delle farmacie rurali sussidiate e sale da 258mila a 300mila il tetto per la riduzione del 60% delle aliquote di sconto Ssn a beneficio delle farmacie non sussidiate.
 
Secondo le stime del Sunifar, il sindacato delle farmacie rurali, con l'approvazione di questi emendamenti la platea delle farmacie che beneficiano delle agevolazioni sarebbe cresciuta di altri 800 esercizi circa. Da qui la decisione del Sunifar di dichiarare lo stato di mobilitazione. In stato di agitazione anche le 56 farmacie rurali, sussidiate e urbane con fatturato ridotto della provincia di Palermo, come annunciato nei giorni scorsi da Federfarma provinciale.
 
Per far chiarezza sulla vicenda abbiamo intervistato il primo firmatario di una degli emendamenti 'dimenticati', Paolo Tancredi (Ap).
 
Onorevole Tancredi, ma cos'è successo all'emendamento a sua prima firma sulle farmacie rurali, mai bocciato dalla commissione Bilancio, eppure rimasto fuori dal testo oggi approvato dalla Camera?
Di fatto non è stato esaminato. A causa dei tempi stretti diverse proposte di modifica, e addirittura alcuni articoli non sono stati esaminati. La discussione su questi temi è stata rinviata al Senato. Posso dire, ad esempio, che  la stessa sorte è capitata all'articolo 2, ma anche a temi quali il Pubblico Impiego, il credito d'imposta per le ristrutturazioni, l'ecobonus e così via. Non sono stati esaminati diversi emendamenti regolarmente presentati.
 
Ed ora cosa succederà? Le farmacie rurali hanno dichiarato lo stato di agitazione.
Al Senato si farà una lettura con modifiche del testo ed il tema delle farmacie rurali potrà essere ricompreso senza problemi all'interno del provvedimento. Ci sono anche risorse ad hoc che sono state appositamente accantonate per l'approvazione di nuovi emendamenti al Senato.
 
Quindi possiamo dire che si è trattato solo di un rinvio?
Sì, ripeto, non credo ci siano problemi da questo punto di vista. Certo poi il tutto dipenderà dal referedum.
 
Si spieghi meglio.
Se tutto restasse così come oggi non ci sarebbero problemi. Ma se dovesse vincere il "No" il prossimo 4 dicembre e conseguentemente dovesse cadere il Governo, ogni cosa potrebbe tornare in discussione. 
 
Insomma, dipenderà dai futuri equilibri di Governo?
Sì, è indubbio. Come dicevo prima, se vincesse il "No", potrebbero esserci problemi anche in caso di una maggioranza parlamentare 'ballerina'. In quel caso non escludo un possibile intervento del presidente Mattarella per mettere al sicuro il testo della legge di BIlancio già approvato dalla Camera.
 
Possiamo quindi dire che anche il futuro delle farmacie rurali dipenderà dall'esito referendario?
In un certo senso sì.
 
Giovanni Rodriquez

28 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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