Calabrò ha sottolineato i "seri elementi di criticità" quali: l'inappropriatezza di alcune prestazioni, come il ricorso improprio – specie in alcune regioni – ai ricoveri ospedalieri ed ai pronto soccorso, "dovuto all'organizzazione ancora insufficiente della medicina generale e al livello medio dei servizi territoriali e di assistenza domiciliare integrata"; le lunghe liste di attesa; l'ingiustificato livello di spesa farmaceutica per abitante in alcune regioni; un livello qualitativo dei servizi sanitari molto differenziato, circostanza che spinge spesso i cittadini a rivolgersi alle strutture di regioni diverse da quella di residenza, al fine di usufruire di cure adeguate.
Calabrò ha fatto inoltre presente come “in questo quadro generale, occorre tener conto anche dei fattori negativi, in specie nel lungo periodo, per la spesa sanitaria, rappresentati dall'invecchiamento della popolazione e dall'incremento delle patologie croniche; peraltro, il medesimo progresso della medicina, pur elevando il livello delle cure, tende a determinare un aumento dei costi”.
Ma alle criticità il Piano risponde con “azioni per lo sviluppo” in particolar modo “prevenzione; azioni per il controllo dei determinanti ambientali; azioni per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; miglioramento della sanità pubblica veterinaria e del benessere animale; sinergie per la sicurezza degli alimenti e della nutrizione; ricorso alla valutazione d'impatto sulla salute, intesa a rilevare gli effetti, positivi e negativi, sullo stato di salute della popolazione, derivanti da politiche o progetti, in settori anche non sanitari (quali l'ambiente, l'urbanistica, i trasporti o la viabilità); perseguimento dell'integrazione, nelle attività di diagnosi e di cura, tra le strutture ospedaliere, gli ambulatori, i laboratori, l'assistenza erogata dai medici di base e quella domiciliare; miglioramento degli interventi riabilitativi; ricorso a procedure di valutazione delle conseguenze assistenziali, economiche, sociali ed etiche provocate dalle tecnologie sanitarie; investimenti per l'ammodernamento strutturale e tecnologico del Ssn”.
Riguardo poi alla necessità d’integrazione nelle attività di diagnosi e di cura, il documento sostiene “che la continuità delle cure debba essere garantita, già durante il ricovero ospedaliero, da un'attività di valutazione multidimensionale, la quale prenda in esame sia le condizioni cliniche sia quelle socio-assistenziali del paziente, allo scopo di definire, in accordo con il medico di base e durante il ricovero stesso, il percorso assistenziale più idoneo”.
Infine i Lea. Il documento – sostiene Calabrò – afferma l'esigenza sia di un processo di aggiornamento dei medesimi sia di un monitoraggio sull'attuazione.
Domani, a partire dalle ore 15 il ministro Fazio sarà audito dalla Commissione proprio sullo schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013
20 giugno 2011
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