Emergenza immigrazione. Possibili risorse per sostenere i sistemi sanitari
Sarà discussa al Consiglio dei Ministri della Salute UE del prossimo 6 giugno la possibilità di assegnazione delle risorse finanziarie a livello europeo per sostenere i servizi sanitari nella risposta alle conseguenze delle migrazioni su larga scala. Questo uno dei punti delle Considerazioni conclusive del vertice internazionale svolto ieri a Roma per discutere dell’emergenza salute correlata ai flussi migratori del Nord Africa.
14 APR - L’incontro organizzato ieri a Roma dal ministero della Salute italiano, in collaborazione con la Commissione Europea Direzione Generale Salute e con il sostegno dell’Oms Europa, ha evidenziato “la necessità di rafforzare la preparazione e la capacità di risposta dei sistemi sanitari tanto nei Paesi di origine quanto in quelli di accoglienza, e di rafforzare la cooperazione internazionale, alla luce dell’aumento dei movimenti di popolazioni sia in relazione alla crisi attuale nel Mediterraneo, sia nel caso emergano nuovi scenari, non prevedibili al momento”. È quando si legge nella nota congiunta che illustra le considerazioni conclusive e la raccomandazioni condivise ieri da tutti i rappresentanti degli Stati Membri e delle istituzioni europee presenti al vertice.
“Anche se in questa fase, le migrazioni non hanno causato problemi alla salute del tipo e delle dimensioni che potrebbero costituire un rischio per i sistemi sanitari dei paesi mediterranei dell'Unione europea (UE), e dell'Europa in generale, è importante essere consapevoli delle esigenze sanitarie delle popolazioni migranti costituite da gruppi eterogenei [e] adottare misure adeguate per far fronte ad eventuali necessità, che possono includere sistemi di sorveglianza per le malattie infettive, tra cui malattie emergenti e o ri-emergenti”, si legge nel documento, che sottolinea come “tutti i migranti, indipendentemente dal loro status giuridico, dovrebbero ricevere un tempestivo accesso ai servizi sanitari essenziali; questo è anche un prerequisito per proteggere la salute della popolazione dei Paesi ospitanti”. Così come è di fondamentale importanza “assistere i Paesi in conflitto ad aumentare progressivamente la capacità dei sistemi sanitari nazionali, anche attraverso un maggiore sostegno economico e la formazione del personale sanitario”.
Questi, in particolare, i principi concordati dai partecipanti:
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garantire a tutti i migranti il diritto alla salute ed evitare di stigmatizzarli in base a pregiudizi secondo i quali le popolazioni migranti rappresenterebbero una minaccia per la salute pubblica (nei paesi sviluppati, il rischio di una epidemia di malattie tropicali importate come la malaria, il colera, la tubercolosi, o le febbri emorragiche virali è molto improbabile);
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rafforzare la preparazione e la risposta nei paesi dell'Unione europea per fronteggiare un eventuale aumento del fabbisogno di cure sanitarie per malattie croniche, per prevenire le epidemie di malattie infettive, e per affrontare le criticità ambientali, con il supporto tecnico dell’Ecdc e dell'Oms;
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rafforzare la cooperazione e la solidarietà internazionali sugli aspetti di sanità pubblica della crisi, con il sostegno della Commissione Europea, degli Uffici Regionali dell’Oms e con il coordinamento delle Nazioni Unite, coinvolgendo anche la società civile;
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migliorare la raccolta e la condivisione di informazioni attraverso strumenti esistenti (Regolamento Sanitario Internazionale, Early Warning Response System) così come la ricerca, l’analisi e la formazione sugli impatti delle migrazioni sulla salute;
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valutare l'assegnazione delle risorse finanziarie a livello europeo alla preparazione e alla risposta dei sistemi sanitari sulle conseguenze delle migrazioni su larga scala (da discutere alla prossima riunione del Consiglio dei Ministri della Salute della UE a Lussemburgo il 6 giugno 2011).
14 aprile 2011
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