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CdM. Approvato il Def. Tremonti: “Sanità garantita”


Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza (che sostituisce il vecchio Dpef) e il Piano per le riforme. Rispondendo in conferenza stampa ai giornalisti che chiedevano se vi fossero tagli, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha affermato: “Come fatto finora, nonostante la crisi, abbiamo cercato di non lasciare indietro nessuno e di garantire il sociale, la sanità e le pensioni”.

13 APR - “Ci saranno una serie di provvedimenti di economia e di bilancio” e "ci devono essere economie" ma “non sarà lacrime e sangue” perché “il Governo, come fatto finora nonostante la crisi, ha cercato di non lasciare indietro nessuno, nel limite del possibile, e di garantire il sociale, le prestazioni, la sanità e le pensioni. Abbiamo tenuto un sistema che non si può definire lacrime e sangue. Noi abbiamo da gestire il 2013 e il 2014 seguendo il sentiero di avvicinamento al pareggio che era già stato tracciato. Era la logica della manovra triennale del 2008, è stata la logica della manovra di luglio dell’anno scorso ed è la logica che intendiamo seguire”. È quanto affermato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa svolta dopo il Consiglio dei Ministri di oggi, che ha approvato il Documento di economia e finanza (che sostituisce il vecchio Dpef) e il Piano per le riforme.
La sanità non è stata citata tra i provvedimenti illustrati dal ministro. Bisognerà quindi aspettare la pubblicazione del testo per verificare gli eventuali interventi sul settore. Ma il ministro, rispondendo a una domanda dei giornalisti sui tagli contenuti nel documento, ha lasciato intendere che le risorse per la sanità non saranno toccate.
Il ministro ha, tra le altre cose, parlato della “questione meridionale” spiegando che “c’è una focalizzazione” e “vogliamo concentrarci sulle infrastrutture. Per essere chiari – ha aggiunto - siamo convinti che la ragione della politica meridionale non è la somma delle ragioni e degli interessi regionali. È una questione nazionale e siamo convinti che serve una regia nazionale. Non può essere affidata alla scelte delle singole Regioni, nelle interesse del Meridione e delle singole Regioni”.
Il Def, ha aggiunto Tremonti, “non è il vecchio documento di programmazione ma un testo bollinato dalla Ragioneria dello Stato perché in questo semestre Ue la logica è quella di presentare solo cose che siano reali, e non come prima, un libro dei sogni”. E il coordinamento politico economico in Europa, “non un esperimento tecnico né economico, ma politico” che parte dall'idea che “non possiamo continuare con un mercato comune, una moneta comune e 27 politiche economiche diverse”. “Ci sarà una fondamentale devoluzione di potere a un'entità federale, che poi sarà declinata a Stati e Regioni, ma sarà unificata”.


 

13 aprile 2011
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