Macroarea |
FORMAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO E NON |
CONOSCENZA E ACCESSO AI SERVIZI |
SERVIZI DI PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURA |
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Obiettivo |
Rendere tutte le figure professionali impiegate nei servizi sanitari capaci di accogliere i RSC, incoraggiando il corretto utilizzo dei servizi. |
Migliorare il corretto utilizzo dei servizi sanitari territoriali da parte delle popolazione RSC attraverso la diffusione sul campo delle informazioni relative. |
Offrire servizi sanitari riorientati in base alle dimostrate esigenze della loro potenziale utenza favorendo l’empowerment della comunità RSC. |
Metodologia |
Approfondire i temi della conoscenza del mondo rom nella sua dimensione socio-culturale, la relazione transculturale e la necessità di costruire un “ponte della fiducia”, i metodi e le strategie operative. Inserire il tema rom nella programmazione annuale ordinaria delle aziende sanitarie. Impostare la formazione secondo i bisogni e le risorse di ogni azienda sanitaria. |
Produzione di materiale informativo personalizzato e diffusione/spiegazione attraverso visite sul campo. Importanza del contatto diretto con i destinatari, della relazione e della costruzione di un rapporto di fiducia tra rom e personale sanitario/figure con ruolo di mediazione. Attenzione alla costruzione di un sistema informativo specifico ma rispettoso della privacy, che permetta di raccogliere dati epidemiologici validi. |
Promozione di un lavoro di rete interno ed esterno al servizio, quindi esteso, capillare ed inclusivo. Approccio multidisciplinare e multisettoriale. Puntare su un modello partecipativo, che coinvolga attivamente anche i rom (la mediazione culturale è parte del sistema di rete). Sperimentazione e incentivazione di proposte e attività innovative che vengano messe a sistema locale e regionale laddove se ne verifichi l’efficacia. Lavorare in rete, grazie al confronto, condivisione e collaborazione fra tutti gli attori, individuando obiettivi comuni e integrando risorse e competenze. |
Azioni |
1. Corsi di formazione rivolti al personale sanitario e non di servizi territoriali e ospedalieri prediligendo gli operatori dei servizi di urgenza, a bassa soglia e PUA. 2. Inclusione nel curriculum post-universitario obbligatorio per MMG e PLS la formazione sulla tutela delle persone più fragili. 3. Corsi di formazione per altri attori socioassistenziali, come assistenti sociali, mediatori, privato sociale. |
1. Mappatura dei servizi sanitari specifica per ogni territorio limitrofo al campo/insediamento, selezionando le strutture più accoglienti. 2. Informazione ai rom sul diritto alla salute, i servizi di zona e le modalità di accesso. Informazione per gli operatori attraverso raccolta dati e indagini epidemiologiche. 3. Orientamento alle strutture, incoraggiando i rom a fidarsi dell’istituzione sanitaria e aiutandoli a responsabilizzarsi nella tutela della salute. |
1. Riorientare i servizi, ossia rendere permeabili le strutture anche alle categorie più fragili come i RSC, puntando su interventi di prevenzione e promozione della salute: promozione di corretti stili di vita, ambienti di vita, percorso materno-infantile e tutela della gravidanza, vaccinazioni. 2. Promuovere percorsi di diagnosi e cura e continuità assistenziale evitando l’utilizzo inappropriato dei servizi di emergenza-urgenza. |