Sì del Senato alla riforma del Titolo V della Costituzione. Per la sanità più poteri allo Stato. Cancellata la legislazione “concorrente”
Allo Stato spetterà infatti la potestà legislativa esclusiva per le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute e delle politiche sociali. Mentre le Regioni avranno autonomia limitatamente ai soli aspetti di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali.
08 OTT - Con 158 sì, 89 no e 6 astenuti l’assemblea di Palazzo Madama ha licenziato il nuovo art.117 della Costituzione dove sono previste le ripartizioni di competenze tra Stato e Regioni, compresa la sanità.
Rispetto alla Costituzione vigente dal 2001 ci sono molti e significativi cambiamenti. Con il nuovo articolo 117 del titolo V, infatti, si ampliano le competenze statali prevedendo l'esclusività della potestà legislativa dello Stato non solo nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni ma anche nelle "disposizioni generali e comuni per la tutela della salute e per le politiche sociali".
Questa la nuova lettera m) dell'art. 117 come modificato dal Senato:
"(...)
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
(...)
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; disposizioni generali e comuni per la tutela della salute; per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare (...)".
Sempre nel nuovo articolo 117 è poi previsto che alle Regioni resti
"la potestà legislativa in materia di (...) di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali".
C'è poi anche una cosiddetta clausola di "supremazia", per la quale lo Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva qualora
"lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale".
Rispetto al testo approvato dalla Camera nel marzo scorso va registrata anche la modifica dell’art. 116 con un emendamento a firma
Francesco Russo del PD, riformulato ieri dal Governo e approvato anch’esso oggi (
vedi altro articolo), che prevede la possibilità di devoluzione della potestà legislativa “
sulle disposizioni generali e comuni per le politiche sociali”. Una modifica che ha visto la netta contrarietà della presidente della Commissione Sanità del Senato
De Biasi (che ha votato comunque sì per "lealtà") per i rischi di vanificare il processo di integrazione socio sanitaria che invece è favorito dal dispositivo del nuovo comma
m) del 117, approvato dal Senato.
08 ottobre 2015
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