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Mattarella incontra i professionisti delle cure palliative: “Solleciterò il Governo per imprimere una spinta vigorosa”


Per il presidente della Repubblica il quadro normativo italiano è “tra i più avanzati” ma l’attuazione della legge “non è totalmente attuata ancora e richiede una crescita costante”. Tra le sfide citate da Mattarella l‘omogeneità dei servizi, la formazione e la ricerca scientifica. Il presidente della Repubblica rilancia dunque il messaggio sull‘esigenza che le cure palliative “entrino completamente, in maniera compiuta, dentro il quadro delle prestazioni mediche che vanno assicurate”.

29 NOV - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto ieri al Quirinale una rappresentanza della Società Italiana di Cure Palliative e della Federazione Cure Palliative. Un’occasione per sottolineare l’importanza delle cure palliative e la necessità di farle entrare “completamente, in maniera compiuta, dentro il quadro delle prestazioni mediche che vanno assicurate”, ha detto il presidente della Repubblica (leggi il discorso integrale).

“Il malato – ha sottolineato Mattarella nel suo discorso - non ha diritto alle cure soltanto se vi sono prospettive di guarigione. Ma che ha diritto alle cure fino al momento estremo. Questo che d’altronde è proprio nel cuore, nel valore del significato della professione medica e delle professioni sanitarie”.

Parlando della legge 38, “che ci pone tra i Paesi più avanzati”, il presidente della Repubblica ha spiegato come resti sempre una esigenza in ogni legge approvata: “Quella della sua attuazione”. Nel caso della legge 38 “l’attuazione si è realizzata, è cresciuta, è progredita, ma non è totalmente attuata ancora e richiede - com’era comprensibile e prevedibile - una crescita costante di attuazione, con alcuni obiettivi sono stati indicati poc’anzi. Quelli della omogeneità territoriale nel nostro Paese, in cui si registrano differenze sensibili, tra zona e zona, sulla praticabilità e sulla effettiva consistenza della prestazione delle cure palliative; quella della formazione, che richiede una sollecitazione, che venga espressa rispetto all’impegno in questa disciplina; quella della ricerca scientifica – certamente - che fa avanzare ogni settore della scienza medica”.

Il presidente ha ricordato di non avere compiti operativi o decisori, “ma trasmetterò a chi di competenza. Con rispetto, trasmetterò al Governo queste sollecitazioni, che il Governo d’altronde ben conosce. Il perché - come dire - si solleciti ulteriormente una spinta vigorosa per far avanzare la condizione delle cure palliative, per raggiungere quei traguardi che sono stati qui indicati”.

“Ogni intervento di cure palliative – ha aggiunto - si traduce anche in un messaggio. Sono decine di migliaia di interventi nel corso dell’anno. Ognuno di questi è un messaggio sull’importanza delle cure palliative, sull’esigenza che entrino completamente, in maniera compiuta, dentro il quadro delle prestazioni mediche che vanno assicurate. Ecco, a questi messaggi - quelli veri, concreti, preziosi - aggiungiamo quello di questa sera, di questo incontro, che vuole essere appunto un messaggio per sottolineare l’importanza delle cure palliative”.

La delegazione da Sicp e Fcp era guidata dal Giorgio Trizzino, capodelegazione, Gianpaolo Fortini, presidente Sicp, e Tania Piccione, presidente Fcp. Nel sottolineare quanto sia stato fatto e si stia facendo per garantire a tutti questo diritto, i delegati hanno messo l’accento su una serie di criticità, presentando al Presidente un manifesto di ciò che resta ancora da compiere e sottolineando l’importanza strategica del Terzo Settore.

Il capodelegazione, Giorgio Trizzino, ha richiamato alla necessità di accreditare in tutte le Regioni le Reti di cure palliative per gli adulti e le Reti di cure palliative e terapia del dolore pediatriche, come previsto dagli Accordi Stato-Regioni del 27 luglio 2020 e del marzo 2021, ponendo anche il tema della formazione universitaria, ancora carente, della ricerca su cui si investe poco, e della necessità di promuovere una cultura che comprenda e valorizzi l’importanza delle cure palliative.

“Le disuguaglianze nell’accesso alle Reti di cure palliative restano una sfida importante che penalizza soprattutto chi risiede in aree rurali o in regioni dove le risorse sanitarie sono meno sviluppate – ha detto - Anche i minori vengono penalizzati in quanto le Reti di cure palliative pediatriche sono molto carenti. Per questo il nostro appello alle Istituzioni è di investire nell’equità all’accesso alle Reti, garantendo che ogni cittadino, indipendentemente dalla regione in cui vive, dall’età o dalla specificità della sua malattia, possa beneficiare delle cure palliative.” “Le cure palliative non sono solo un diritto – ha aggiunto - ma un dovere etico e sociale.”

Gianpaolo Fortini, Presidente SICP, sottolinea i passi avanti compiuti nello sviluppo delle Reti di cure palliative in Italia, ma evidenzia come gli obiettivi fissati dalla normativa siano ancora lontani. Tra i fattori critici che rallentano il processo figurano le difficoltà regionali nel prendere decisioni tempestive, la carenza di professionisti specializzati e l’insufficiente integrazione delle cure palliative nei percorsi formativi pre-laurea delle professioni sanitarie. Un segnale positivo arriva dalla recente istituzione della Scuola di specializzazione in Medicina e Cure Palliative, un traguardo importante ma la strada per formare un numero sufficiente di specialisti è ancora in salita.

“Investire nelle cure palliative significa promuovere i valori fondanti del nostro Servizio Sanitario Nazionale - ha detto - universalità, equità, solidarietà. Per questo rinnoviamo l’invito a intensificare gli sforzi per garantire a tutti l’accesso a cure palliative di qualità, puntando su una pianificazione strategica più incisiva, un investimento adeguato e un maggiore coinvolgimento del sistema formativo. Il presidente ha poi ricordato “le numerose esperienze di eccellenza presenti in ogni parte d’Italia: al Nord, al Centro e al Sud. Queste realtà dimostrano che la costruzione di Reti di cure palliative funzionali e inclusive non solo è possibile, ma rappresenta un obiettivo concreto e realizzabile”.

Tania Piccione, Presidente FCP, che rappresenta 110 Enti del Terzo Settore (ETS) e i relativi professionisti e volontari, ha sottolineato il ruolo sempre più centrale del Terzo Settore nell’erogazione delle cure palliative in Italia. “I numeri confermano questa centralità: il 66% degli enti che forniscono cure palliative domiciliari e quasi la metà degli hospice del territorio nazionale sono gestiti da strutture private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, molte delle quali fanno parte del Terzo Settore”, hanno spiegato.

"La rete del Terzo Settore rappresenta una risorsa essenziale per garantire l’accesso alle cure palliative in modo capillare e integrato con il sistema pubblico" - ha dichiarato. "Occorre continuare a valorizzare e sostenere questo contributo strategico, rafforzando la collaborazione tra pubblico e privato per rispondere sempre meglio alle esigenze di cura e assistenza delle persone e delle famiglie".

La Presidente ha richiamato l’importanza di valorizzare l’importanza di valorizzare la figura del volontario nelle cure palliative, evidenziando le difficoltà di reclutamento, soprattutto tra i giovani. "È una situazione preoccupante – ha affermato – che riflette una società civile sempre meno orientata alla solidarietà, in un momento storico segnato dalla fragilità dei legami sociali". Un altro tema cruciale riguarda i percorsi di accreditamento, ancora limitati a poche Regioni, aggravati da una scarsa partecipazione degli Enti del Terzo Settore ai tavoli di concertazione con la Pubblica Amministrazione.

“La collaborazione con le Istituzioni è fondamentale – ha concluso Piccione – affinché il Terzo Settore sia riconosciuto come un alleato insostituibile nelle politiche di welfare e tutela della salute. È necessario garantirgli risorse e strumenti adeguati per consentirne il pieno sviluppo e rafforzare il sistema di cure palliative nel nostro Paese”.

29 novembre 2024
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