Costi della politica. Alle Regioni piace il Decreto del Governo
“Il provvedimento va nella direzione indicata dalla Conferenza delle Regioni”. È quanto dichiarato dalle Regioni dopo l'incontro di ieri con il Governo che ha illustrato le linee generali del Decreto per il contenimento dei costi della politica. Per la conferma si attende il testo dettagliato del provvedimento.
04 OTT - “Il Governo vada avanti”. È questo il messaggio che la Conferenza delle Regioni invia all’Esecutivo dopo la valutazione sulle linee generali del decreto per il contenimento dei costi della politica a cui il Governo sta lavorando.
Alle Regioni, infatti, il Decreto piace, perché “va nella direzione indicata dalla Conferenza delle Regioni nelle riunioni del 26 e del 27 settembre per il raggiungimento degli obiettivi che le stesse Regioni hanno proposto”. Come si legge in una nota diffusa oggi dalla Conferenza delle Regioni.
Ecco il testo integrale della nota, assunta all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni:
“Nella serata di ieri l’Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni ha incontrato il Governo che ci ha illustrato le linee generali del Decreto. Dalla illustrazione il provvedimento va nella direzione indicata dalla Conferenza delle Regioni nelle riunioni del 26 e del 27 settembre per il raggiungimento degli obiettivi che le stesse Regioni hanno proposto:
1. Riduzione parametrata di tutti gli emolumenti percepiti dai Consiglieri, dai Presidenti e dai componenti della Giunta;
2. Riduzione del numero dei Consiglieri e degli Assessori in piena attuazione dell’art. 14 del Decreto Legge 138 del 2011. In tale senso andranno adeguati, ove occorra, gli Statuti entro il 31 dicembre 2012;
3. Limitare e uniformare, sulla base di criteri omogenei, la spesa dei gruppi consiliari, eliminando i benefit sotto qualsiasi forma, riconoscendo esclusivamente il finanziamento delle spese riferite alle funzioni politico-istituzionali dei gruppi. Tali spese debbono essere sottoposte al controllo della Corte dei Conti garantendo la piena trasparenza;
4. Eliminare la possibilità di costituire nuovi gruppi che non abbiano corrispondenza con le liste elette;
5. Fissare il numero delle Commissioni consiliari permanenti e/o speciali, prevedendo la possibilità di costituirne da un minimo di 4 ad un massimo di 8, in base al numero dei Consiglieri.
Ora si deve andare avanti. Valuteremo nel dettaglio, quando sarà reso noto, il testo del Decreto e chiediamo, sin da ora, un incontro al Presidente del Consiglio per insediare e rendere immediatamente operativa la “Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica” per giungere ad una definizione condivisa dei costi dei servizi erogati ai cittadini, aprendo una nuova fase di rapporti fra le Regioni e il governo.
La prossima settimana si terrà un incontro tra la Conferenza delle Regioni e la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali per definire assieme i provvedimenti attuativi del decreto”.
04 ottobre 2012
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